A Rimini il terzo congresso nazionale della Federazione delle Professioni Infermieristiche.
In un Palacongressi gremito, idee a confronto per inquadrare la professione infermieristica in un sistema che cambia, valorizzarne le competenze, da orientare ai bisogni dei cittadini.
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Figura fondamentale, a fronte delle tante criticità: si parte dalla carenza numerica.
“Io credo che dobbiamo agire su due fronti – dice Orazio Schillaci, Ministro della Salute – Il primo è quello di rendere più attrattiva la figura dell’infermiere. Questo è fondamentale, perché in Italia oggettivamente c’è un numero di infermieri per abitante inferiore a quello di altre nazioni europee. Quindi, renderlo più attrattivo vuol dire sicuramente avere degli aumenti dal punto di vista economico, ma non solo, vuol dire anche avere maggiori possibilità di carriera. Per questo, guardiamo con grande attenzione all’istituzione delle nuove lauree specialistiche in campo infermieristico. Dall’altra parte, abbiamo bisogno, per attuare pienamente il PNRR e la riforma della medicina territoriale di più infermieri e quindi, con l’apporto e la collaborazione della FNOPI cercheremo di studiare quelle che sono le soluzioni migliori”.
Lavorare sui numeri, quindi sull’attrattività, per affrontare i nuovi bisogni socio-sanitari e assistenziali, in particolare, la sfida della non autosufficienza, della fragilità, della disabilità: “Dall’infermiere e dall’infermieristica – osserva la Presidente FNOPI, Barbara Mangiacavalli – passa la risposta di prossimità appropriata, competente e professionale per la salute dei nostri cittadini, per la possibilità di mantenerli nel domicilio, nella casa, quale primo luogo di cura, con tutta la tecnologia e tutte le competenze che occorrono; alla possibilità di trattarli in ospedale per gli episodi acuti, ma di garantire continuità, in questo avanti e indietro tra ospedale, territorio e domicilio”.
“Rompere i muri, storici ma anacronistici, tra ospedale e territorio” – dice l’Assessore regionale alla Salute Massimo Fabi, richiamando il modello delle Case della Comunità: sono già 135 quelle aperte in Regione. “Diventa sempre più centrale l’integrazione tra i saperi disciplinari e professionali del mondo delle professioni sanitarie con quello del mondo della clinica. Tutto ciò per favorire quello sviluppo delle Case della Comunità a livello del territorio, che valorizzi la partecipazione attiva dei cittadini attraverso le Associazioni del volontariato, per creare una comunità curante”.
Nel video, le interviste a Orazio Schillaci, Ministro della Salute; Barbara Mangiacavalli Presidente FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche e a Massimo Fabi, Assessore alle Politiche per la salute, Emilia- Romagna
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