L’IA governerà o sarà governata?
È una delle domande poste dal Presidente della Fondazione Enpaia, Giorgio Piazza, durante il Forum annuale organizzato a Roma.
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“Lo sviluppo dell’IA – ha detto Piazza – con la sua capacità di calcolo, i nuovi computer e la
massa di dati che potrà mettere a disposizione, non deve andare in sostituzione dell’uomo ma crescere grazie alla sua capacità di governarla. Mi chiedo, quale sarà l’impatto delle nuove tecnologie su tutti noi, su tutta la società? Nel nostro settore, l’agricoltura, questa inondazione di dati ci porterà verso approcci naturali o no? Ci aiuterà ad avere piante meno idro esigenti, più resistenti e meno bisognosi di fitofarmaci? E mangeremo cibi coltivati nei campi o nei capannoni? Il futuro sarà dell’uomo o delle macchine? Il nostro compito, anche come chi opera nell’agricoltura, sarà di creare un futuro più giusto ed equo, con al centro l’uomo”.
Opportunità quindi, anche in agricoltura, a patto però che la mano dell’uomo sia al centro dell’agire. Perché, per Onofrio Rota, segretario generale della Fai Cisl “Altrimenti l’intelligenza artificiale può diventare anche un rischio per le democrazie”.
Per questo per il Presidente Piazza “Si tratta di strumenti potentissimi che vanno messi a disposizione dell’uomo, promuovendo una visione antropocentrica e non tecnocentrica, in cui è l’uomo che governa le macchine e non il contrario”.
Secondo Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura: “L’Intelligenza Artificiale
sta trasformando l’agricoltura in un settore all’avanguardia, favorendone la sostenibilità.
È uno strumento da promuovere e valorizzare assicurando un quadro normativo solido,
investimenti, un processo di trasferimento tecnologico e programmi di formazione a
partire dagli istituti tecnici e dalle università, fino alla forza lavoro già attiva.
Confagricoltura, già da tempo, si muove in questa direzione“.
Non ha dubbi Ettore Prandini, Presidente Coldiretti, “L’agricoltura italiana può recitare un ruolo da protagonista nella sfida della sostenibilità e il primo auspicio è che la nuova Commissione Europea segni un cambio di passo rispetto a una visione ideologica che vedeva agricoltura e ambiente in contrapposizione. Occorre promuovere lo sviluppo nelle campagne delle soluzioni tecnologiche di Agricoltura 5.0 e lavorare sulla diffusione delle Tea, le Tecnologie di miglioramento genetico, che permetteranno di selezionare varietà vegetali più resilienti rispetto ai devastanti effetti del clima”.
“Le Istituzioni devono lavorare per mettere al centro la competenza, un aspetto per cui veniamo molto apprezzati all’estero. Digitalizzazione e IA rappresentano certamente un binomio fondamentale per affrontare le numerose trasformazioni del mercato del lavoro – ha ribadito Maria Tripodi, Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – Ma c’è anche un altro tema cruciale, la sostenibilità agroalimentare sulla quale il Governo si è impegnato e continuerà a farlo perché il mondo agricolo è un asset molto importante, affinché il nostro export possa eccellere nel mondo e, in tal senso, gli ultimi risultati dell’export sono particolarmente incoraggianti”.
Per Enrica Mammucari, Segretaria Generale Uila-Uil: “Occorre un’effettiva applicazione da parte di tutti i Paesi, a partire dal 2025, della condizionalità sociale, per l’erogazione degli aiuti Pac, ma è necessario anche avviare delle politiche attive del lavoro per introdurre nuove competenze e incentivare la bilateralità per favorire il match fra domanda e offerta di lavoro. Le parti sociali devono orientarsi verso nuovi orizzonti e attrarre nuove professionalità nel settore agroalimentare”.
Lavoro e previdenza, due facce della stessa medaglia, come più volte ribadito dal Presidente dell’AdEPP, Alberto Oliveti che dal palco del forum ha sottolineato “L’Intelligenza Artificiale è un’opportunità. La sfida è quella di amplificare le nostre capacità per non farci sostituire, pertanto dobbiamo mettere in atto meccanismi che possano anticipare il futuro al fine di adottare gli interventi necessari. In tal senso, è fondamentale rafforzare il collegamento con il mondo dell’istruzione e della formazione nella prospettiva di accompagnare questo processo di transizione”.
D’accordo Agostino Scornajenchi, Amministratore Delegato e Direttore Generale di CDP Venture Capital SGR: “L’Intelligenza Artificiale è una tecnologia abilitante trasversale a tutti gli aspetti della nuova rivoluzione industriale e rappresenta un’opportunità straordinaria per accelerare la transizione digitale e potenziare il capitale umano. Tuttavia, questo sviluppo deve andare di pari passo con un forte impegno nella formazione e nell’acquisizione di nuove competenze, non solo tecniche ma anche trasversali, di interpretazione dei dati”.
E Gianmatteo Manghi, Amministratore Delegato Cisco Italia, ha ricordato il report pubblicato nei mesi scorsi nei quali si sottolinea come “ il 92% dei lavori analizzati subirà una trasformazione da moderata a elevata, dovuta ai progressi nell’IA. Cisco si è impegnata a formare 25 milioni di persone con competenze di sicurezza informatica e digitali entro il 2032. Se da un lato abbiamo un alto livello di consapevolezza dell’importanza dell’IA sulla produttività, occorre però lavorare sulle competenze e sulle infrastrutture per far funzionare i nuovi sistemi digitali. Un ulteriore aspetto riguarda la sicurezza, ovvero come proteggere l’impresa da attacchi esterni”.
Formazione, lavoro, competenze ma anche investimenti. Andrea Bonabello, Amministratore Delegato Ulixes Capital Partners “La nostra sfida è sostenere il Venture Capital. È un tema che riguarda tutti perché si tratta di una leva strategica straordinaria per rilanciare la crescita europea. L’obiettivo è supportare le imprese che sfruttano le nuove tecnologie per favorire lo sviluppo. I numeri dei Venture Capital italiani sono ancora lontani dai principali competitor. È fondamentale rimanere competitivi, ma se non interveniamo ora con investimenti il destino è segnato”.
Ed infine, la parola è passata al Premio Nobel all’economia Christopher Pissarides, che, intervistato dal Rettore dell’Università Luiss, Paolo Boccardelli, ha ribadito “Stiamo vivendo una transizione digitale e climatica epocale. La sfida per il settore agroalimentare è combinare questi due fenomeni e promuovere prodotti di qualità. Al tempo stesso è necessario che in Europa si arrivi ad una maggiore integrazione economica, per rilanciare la competitività e la crescita. È impressionante la grande quantità di startup che migrano dall’Europa negli USA. Occorre superare l’approccio fondato soltanto sulla regolamentazione e investire in politiche industriali. Il ‘boom’ di iscrizioni ai corsi STEM, cioè le materie scientifiche, potrebbe essere un fuoco fatuo, poiché in questo settore le IA potrebbero portare a un calo drastico dei posti disponibili, lasciando molti laureati senza opportunità. Coltivare le soft skills potrebbe essere una strategia migliore per garantire opportunità di carriera durature”.
Fonte Adepp
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