Sport e ambiente sodalizio strategico per la sostenibilità
Barbaro (Mase): “Accordo con il Coni per promuovere eventi sportivi sostenibili”.
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“Il tema dell’educazione ambientale è uno degli asset più importanti per il ministero dell’Ambiente. Il motivo che ci ha spinto a riconsiderarla nel suo complesso è stato che, al nostro arrivo, abbiamo trovato tante parole d’ordine, tanti princìpi condivisibili, ma spesso e volentieri a queste affermazioni di principio non corrispondevano azioni pratiche. Il nostro intento è stato quello di modificare l’approccio del ministero trasformando tutti i processi di comunicazione del ministero in educazione ambientale”. Lo ha dichiarato Claudio Barbaro, sottosegretario di Stato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, nel corso del Cnpr forum speciale “Sostenibilità e giochi olimpici: il futuro dello sport è verde” promosso dalla Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
“Spesso dietro affermazioni di facciata si nascondevano fenomeni di ‘greenwashing’.
Abbiamo cercato di capire come rimuovere gli ostacoli che ci separavano dai cittadini per la comprensione delle dinamiche ambientali che sono fondamentali per la tutela dell’ambiente. Il coinvolgimento del cittadino – ha aggiunto Barbaro, rispondendo alle domande di Anna Maria Belforte – è imprescindibile per la difesa del territorio, del mare, delle risorse naturali. Grazie alla Convenzione messa in campo tra Mase e Coni progetteremo eventi sempre più sostenibili. Siamo in una fase embrionale i cui tratti fondamentali riguarderanno il rispetto di principi basilari come la politica plastic free, la prevenzione dello spreco dell’acqua, la sostenibilità degli impianti sportivi, il riuso e il riciclo. Tutti aspetti che necessitano di un inquadramento normativo che possa permetterci di identificare con esattezza cosa significhi organizzare un evento sportivo sostenibile. Qualcosa di molto complesso da individuare perché il mondo dello sport è costituito da eventi estemporanei, che nascono e muoiono nello spazio di poco tempo. Per questo motivo abbiamo ritenuto che agire in chiave sanzionatoria e restrittiva significherebbe solo produrre danni. Stiamo lavorando piuttosto in chiave incentivante. Per arrivare a questo livello, servono esempi concreti offerti da una serie di eventi previsti nella Convenzione attraverso i quali individueremo quelli che saranno degni di essere chiamati ‘sostenibili’ aprendo una sorta di laboratorio. La commissione valuterà rigorosamente i progetti e sulla base di ogni singolo esperimento ne giudicherà la fattibilità”.
Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili: “L’educazione ambientale va qualificata come strumento fondamentale per sensibilizzare i cittadini e le comunità verso una maggiore responsabilità, verso una maggiore attenzione alle questioni ambientali che coincidono con il buon governo del territorio. Andando indietro al vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg, che risale al 2002, il concetto di educazione ambientale va corretto e viene rielaborato con quello di educazione allo sviluppo sostenibile che non riguarda solo l’ambiente ma riguarda anche l’economia e quindi i consumi, la povertà, il Nord e il Sud del mondo, la pace, il diritto alla salute, la multiculturalità. È un processo che non può limitarsi all’apprendimento formale, ma si estende a tutti gli aspetti della vita. In questo tema si inserisce l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile lanciata dall’Unesco nel 2015 insieme a quello che è stato definito il programma di azione globale sull’educazione allo sviluppo sostenibile che resta punto di riferimento indispensabile per tutte le attività”.
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