Anc. Il baratto finanziario diventa un progetto di legge
La crisi impone di fare presto: l’auspicio è di un iter velocizzato attraverso la manovra
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Il baratto finanziario 4.0, la possibilità di effettuare compensazioni multilaterali di crediti e debiti commerciali risultanti da fatture elettroniche, è da qualche giorno un progetto di legge (AC2777). La notizia è stata fornita dallo stesso primo firmatario, l’On Massimo Garavaglia (già viceministro nel Governo Conte 1, ndr) per “Obiettivo Futuro”, il tradizionale convegno nazionale dell’Associazione Nazionale (ANC), giunto alla XVII edizione, tenutosi ieri in modalità online. Il progetto di legge a firma Garavaglia, Comaroli, Gava, Frassini, Cattoi, Cestari e Paternoster, raccoglie la proposta portata nei mesi scorsi all’attenzione dei lavori parlamentari, in occasione del decreto liquidità e del decreto Rilancio, da Confimi Industria e ANC.
Dallo scorso giugno infatti (comunicato congiunto del 25/06, ndr) le due associazioni sostengono l’opportunità di proiettare a livello nazionale – attraverso una gestione ipoteticamente assegnata all’Agenzia delle Entrate – il baratto finanziario 4.0 fra gli operatori dell’economia reale (agricoltura, manifattura, commercio, servizi e professioni).
Le problematiche dal versante liquidità, le nuove regole della BCE (calendar provisioning) per i crediti deteriorati (NPL) che spingeranno gli istituti di credito a incrementare gli accantonamenti riducendo conseguentemente le possibilità di concedere nuovi prestiti (ovvero immettere liquidità nell’economia reale), preoccupano gli istituti stessi e, a tal riguardo, non sono passati inosservati, fin da inizio pandemia, i moniti dello stesso Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, anche alla ricerca di azioni da intraprendere a tutti i livelli, considerato che non è improbabile che l’emergenza Covid-19 “colpisca anche istituti di credito nel mondo”. Si aggiunga, altresì, che dal prossimo 1° gennaio la soglia per essere considerati cattivi pagatori si abbasserà drasticamente con un arretrato di 90 giorni, anche di soli € 500 (€ 100 per le PMI con esposizione inferiore a 1 milione), che rappresenti più dell’1% dell’esposizione verso l’Istituto.
Con una crescita dell’economia italiana ferma da troppo tempo ed ora in piena fase recessiva, mai come oggi servono soluzioni nuove in grado di agevolare comunque la circolazione di beni e servizi.
In tal senso si inserisce il PDL 2777 prevedendo che la piattaforma telematica dell’Agenzia delle Entrate (da cui transitano oltre 2 miliardi di fatture elettroniche l’anno, la maggior parte delle quali rappresentano crediti per il fornitore e debiti per il cliente, ndr), sia implementata affinché gli operatori (imprese e professionisti) possano attuare (su base volontaria) anche multilateralmente la compensazione di crediti e debiti derivanti da transazioni commerciali, “ai fini dell’estinzione delle obbligazioni ai sensi della sezione III, capo IV, Titolo I, del Libro Quarto del codice civile, fino a concorrenza dello stesso valore e a condizione che per nessuna delle parti aderenti siano in corso procedure concorsuali o di ristrutturazione del debito omologate, ovvero piani attestati di risanamento iscritti presso il registro delle imprese”.
In altri termini una moneta di scambio senza emissione di nuova moneta né circolante né virtuale, di particolare interesse per le piccole imprese (tradizionalmente più fragili dal punto di vista dell’accesso al credito) ma che può funzionare in modo generalizzato indipendentemente dalle dimensioni. Il tutto, tra le altre cose, con evidenti effetti positivi al fine di ridurre il fenomeno delle perdite su crediti e contenere i ritardi della giustizia che, troppo spesso, sono causa di fallimenti e di buona parte dei crediti deteriorati del sistema bancario stesso.
La crisi impone di fare presto e in tal senso, nel corso delle audizioni alla legge di bilancio, è già stato auspicato che la proposta possa trovare condivisione bipartisan per essere veicolata con la Manovra in discussione.
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