A Sant’Agata Li Battiati un evento dedicato alle pari opportunità
Madri e lavoratrici: Ance Catania accende i riflettori sulle donne del terzo millennio.
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Riconoscere il valore sociale della donna e il ruolo che riveste nella quotidianità, superando i limiti culturali radicati nella società. «Una mission che Ance Catania ha fatto sua e che negli anni – nel mese in cui ricade la Giornata Internazionale dei diritti della donne – ha visto la nostra Associazione protagonista di diverse iniziative di sensibilizzazione, come l’installazione di una panchina rossa davanti la sede dei nostri uffici»: così il presidente dei Costruttori etnei Rosario Fresta, in occasione dell’evento “La donna nella società del terzo millennio”, tenutosi ieri – 19 marzo – al Polo Culturale Verga del Comune di Sant’Agata Li Battiati.
«La donna, per natura, sensibilità e visione, dà un contributo importante in ambito sociale e lavorativo – aggiunge Fresta – Proprio su quest’ultimo aspetto, in edilizia le imprese con i migliori rendimenti sono quelle che vantano una forte presenza femminile. Dato di grande rilevanza, che contrasta positivamente lo stereotipo che il nostro settore sia “maschilista”. Ulteriori statistiche rilevano anche una crescita europea delle quote rosa nelle maestranze. Su questo profilo il nostro Paese è ancora indietro, ma speriamo di poter cavalcare quest’onda positiva».
A sposare l’iniziativa il Comune etneo, ente patrocinante dell’incontro e «ormai presidio di legalità – afferma il sindaco Marco Rubino – Siamo convinti che lavorare in sinergia possa portare a un cambiamento culturale e sociale e che le opportunità lavorative date alle donne rappresentino una potente arma di contrasto alla violenza. Le difficoltà economiche, infatti, sono una delle principali cause che rendono la donna un soggetto fragile e vittima».
Ulteriore spunto di riflessione è stato l’intervento di Barbara Bellomo, autrice del libro “La casa del carrubo”: «Anche in letteratura è possibile notare un cambiamento, come per il premio Strega, istituito nel 1947. Un riconoscimento che per tanti anni e per tante edizioni, ben 65, è stato attribuito solo ad uomini. Una distribuzione di genere dei finalisti e dei vincitori che ha suscitato polemiche e analisi della difficoltà di affermazione delle scrittrici». Non solo, perché l’evoluzione e l’affermazione della donna viene riconosciuto anche in ambito scolastico: «Al Nautico di Catania, per esempio, c’è sempre un numero crescente di iscritte, che incideranno senz’altro nel cambiamento di alcune professioni». Resistenza e lotta con dignità sono per la Bellomo un punto fermo per cambiare il mondo. Visione condivisa dall’insegnante Beppa Finocchiaro, che ha fatto riecheggiare le parole incise nell’opera “Una donna” di Sibilla Aleramo. Pragmatica, invece, la posizione del presidente della Comunità di Sant’Egidio Emiliano Abramo, ponendo al centro della questione «l’uguaglianza dei diritti e non il confronto uomo-donna. Una donna, quindi, che va avanti per meriti, non per “concessione o conquista”».
A conclusione del confronto – coordinato dalla giornalista Roberta Lunghi – la pianista Giulia Russo ha emozionato i presenti con l’esecuzione di alcuni brani.
Agenzia I Press