Archeologi, preoccupa lo stop al Codice dei beni culturali
Associazioni, la semplificazione non danneggi il paesaggio
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La proposta di un decreto che sospenderebbe la tutela del patrimonio ambientale, paesaggistico e archeologico mette in allarme le associazioni aderenti al tavolo di coordinamento delle rappresentanze del settore archeologia – rappresentative della Pa, delle professioni, delle imprese – e le Consulte universitarie. C’è, infatti, recita una nota, “estrema preoccupazione” per “l’ennesimo tentativo di sospendere le norme di tutela del Codice dei beni culturali e del paesaggio, contenuto nella bozza di decreto presentata dal ministero per la Transizione ecologica e riguardante indicazioni per la semplificazione delle procedure autorizzative per i lavori di costruzione di impianti per le energie rinnovabili finanziati con il Pnrr, nell’ambito del Recovery plan.
“Mentre stiamo lavorando con i deputati e i senatori per spiegare loro quali gravissimi rischi correrebbe il nostro Paese, se queste norme venissero approvate, abbiamo scritto due lettere, una al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e un’altra ai ministri della Cultura, Dario Franceschini, della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, e delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, per segnalare le criticità nella formulazione di queste nuove norme e chiedere la loro revoca. La semplificazione e la velocizzazione delle procedure è un obiettivo pienamente raggiungibile senza passare sopra al nostro patrimonio e senza danneggiare il paesaggio.
Ci auguriamo – recita la nota – che il governo comprenda come la tutela del nostro patrimonio, archeologico e paesaggistico non sia un ostacolo allo sviluppo del Paese bensì la vera risorsa per un futuro che punti realmente sulla sostenibilità ecologica e culturale dello sviluppo economico”.
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