Nel Codice degli appalti si pensi alla qualità
Panci (Architetti Roma). Garantire e promuovere la qualità dei progetti e le opere strategiche per le future generazioni, attraverso principi di equità, partecipazione e confronto.
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Sono i punti fermi e programmatici indicati dagli architetti italiani per la riforma del Codice dei Contratti in una lettera inviata nei giorni scorsi e indirizzata al Governo e firmata da 102 presidenti degli Ordini provinciali su un totale nazionale di 105, tra cui il presidente dell’Ordine di Roma e Provincia Alessandro Panci.
Lo si legge in una nota. “L’auspicio – sottolinea Panci – alla ripresa dei lavori è quello di aprire al più presto con il Governo un costruttivo dialogo su queste tematiche fondamentali per realizzare al meglio la modernizzazione del Paese. Il testo del nuovo Codice rivela criticità che segnano un netto passo indietro rispetto ad alcuni temi strategici che riguardano l’intera comunità professionale.
Si rende urgente un incontro con i vertici governativi considerando i tempi stretti in cui si dovranno affrontare le tematiche connesse anche al Pnrr”. “Come sottolineato nella lettera sottoscritta da circa il 97% degli Ordini italiani – evidenzia Alessandro Panci – la riduzione di tempi e procedure nell’affidamento e nella programmazione, pianificazione e progettazione di opere, così come delineata dalle proposte contenute nel Codice proposto dal Governo, non possono condurre all’eliminazione di parti di leggi indispensabili per la qualità del progetto e delle conseguenti realizzazioni. La riduzione o la perdita di valore o addirittura l’eliminazione dei concorsi di progettazione, nella forma più aperta ed inclusiva dei giovani e dei professionisti di talento, dell’equo compenso, della leale concorrenza, del legittimo merito che la proposta di legge dimostra, vanno in una direzione diversa da quella che tutti noi auspichiamo e prospettiamo per il bene e il futuro dei nostri territori, delle nostre città e dell’intera comunità”. Un progetto di qualità, una buona realizzazione di edifici, spazi pubblici e infrastrutture – conclude la lettera “migliorano le nostre condizioni di vita e non possono essere posti in secondo piano rispetto a interessi economici e temporali. Il costruito di oggi sarà il nostro abitare di domani”.
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