Cadiprof: un esempio virtuoso di integrazione
Audizione sui Fondi Sanitari Integrativi
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Si è svolta lo scorso 12 giugno presso la Commissione XII della Camera dei Deputati, l’audizione della Confprofessioni in relazione all’indagine conoscitiva sulla sanità integrativa cominciata sul finire del 2018. Come naturale, Cadiprof, la Cassa di assistenza sanitaria integrativa per i lavoratori degli studi professionali che ha cominciato la sua attività nel lontano 2004, è stata descritta quale esempio di virtuosa integrazione tra fondi sanitari e servizio sanitario pubblico. Si riporta di seguito un estratto del testo originale depositato presso la Camera dei Deputati:
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Nel panorama nazionale dei fondi integrativi, si tratta della prima esperienza di mutualità e assistenza trasversale realizzata nell’ambito di un contratto collettivo di lavoro, poi recepita in quasi tutti gli altri settori economici. Un modello che prevede una contribuzione relativamente contenuta a carico del datore di lavoro, frutto della corresponsione al lavoratore in forma di assistenza sanitaria integrativa di aumenti retributivi che sarebbero stati altrimenti riconosciuti.
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A oggi Cadiprof ha raggiunto oltre 500.000 iscrizioni, con una costante crescita nel corso degli anni e oggi la popolazione degli iscritti attivi si attesta a circa 212.000 unità.
Con un’età media della popolazione assistita che è passata da 38 anni circa del 2005 ai 43 anni del dicembre 2018, la Cassa dal 2005 a oggi ha erogato alle lavoratrici e ai lavoratori degli studi professionali oltre 160 milioni di euro, in massima parte nell’ambito del “Piano Sanitario” (che prevede una serie di prestazioni sanitarie – visite e accertamenti, gravidanza, odontoiatria… – effettuabili in regime di gratuità o di rimborso), e in quota minore attraverso un insieme di prestazioni socio-sanitarie a gestione diretta a sostegno della famiglia, della maternità e del lavoro a favore del lavoratore e di specifiche categorie di familiari: figli in età pediatrica, familiari non autosufficienti.
Queste prestazioni, oltre ai continui aggiornamenti e potenziamento delle garanzie intervenuti nel tempo, dimostrano la capacità della Cassa di orientare la propria offerta di prestazioni e servizi sulle specifiche esigenze della popolazione assistita, assecondando il mutato contesto economico e sociale del Paese, con interventi fortemente mirati al sostegno della famiglia nella quotidianità legata ad una nascita o alla cura del neonato, alla condizione di non autosufficienza dei genitori e in generale alla promozione della conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro. A dimostrazione della efficacia degli interventi eseguiti, il valore delle prestazioni rimborsate dalla Cassa dal 2005 al 2018 mostra una costante crescita, raggiungendo il suo picco massimo nel 2018, quando nel solo “Piano Sanitario” si sono superati i 18 milioni di euro. Va aggiunto che i valori dei rimborsi hanno in molti casi un impatto economico elevato su quello che è il potere di acquisto di un dipendente degli studi professionali. Per esempio, nel caso del rimborso spese sociosanitarie per familiari non autosufficienti, che prevede un importo di 1.200 euro l’anno, il dipendente vede aumentare la propria capacità reddituale annua di circa l’8%. Tanto il trend generale dei flussi della spesa pubblica e privata in sanità, …, quanto le esperienze maturate sul campo dai fondi integrativi sanitari, molti dei quali illustrati in questa Indagine, confermano che occorre valorizzare la presenza di questo pilastro all’interno di una rinnovata strategia integrata. I fondi sanitari integrativi di matrice contrattuale avrebbero bisogno di una maggiore considerazione da parte del sistema pubblico, superando l’attuale sistema dell’anagrafe dei fondi, con il relativo controllo formale sul rispetto delle soglie individuate dal Decreto Sacconi, e prevedendo piuttosto una conferenza di partenariato pubblico-privato con poteri di indirizzo delle attività dei fondi nella direzione delle esigenze di sostegno e integrazione con il Servizio Sanitario Nazionale.
… Cadiprof già da diversi anni collabora con strutture sanitarie pubbliche, finanziando l’erogazione alla popolazione “sana” di prestazioni di prevenzione cardiovascolare ed oncologica per l’individuazione precoce di stati patologici sommersi e la conseguente presa in carico del SSN. In questa prospettiva di maggiore sinergia pubblico-privato, anche la rendicontazione della gestione dei fondi potrebbe essere sottoposta a criteri standard e regole di pubblicità e trasparenza, anche se non attraverso regole imposte dall’alto ed uniformi, quanto attraverso un’auto-regolamentazione la cui compliance sia volontaria e premiale per i fondi.
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