Dai Commercialisti un documento su modello 231 e fattori Esg
Consiglio e Fondazione nazionali della categoria sottolineano la “connessione virtuosa” tra modello di organizzazione, gestione e controllo e strategie di sostenibilità.
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Il Consiglio e la Fondazione nazionali dei commercialisti hanno pubblicato il documento “Modello 231 e fattori ESG: l’importanza di una virtuosa connessione”, elaborato dal “Gruppo di lavoro interdisciplinare ESG-231”, istituito nell’ambito delle Aree di delega “Sviluppo sostenibile (reporting, consulenza, formazione)” e “Compliance e modelli organizzativi delle imprese”, coordinate rispettivamente dai Consiglieri delegati Gianluca Galletti, Fabrizio Escheri e Eliana Quintili. Il documento approfondisce le numerose relazioni intercorrenti tra le tematiche ESG e il framework normativo fornito dal D.Lgs. 231/2001, verificandone le potenzialità in termini di compliance integrata, con l’obiettivo di fornire strumenti operativi ai professionisti che, sempre più numerosi, si approcciano alla consulenza nell’ambito 231 e in quello della sostenibilità.
“Le recenti riforme in materia di adeguati assetti organizzativi, l’introduzione del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza e l’aumento dell’importanza delle strategie di sostenibilità in ambito ESG, promosse anche dalle normative europee (come la Direttiva 2022/2464/UE – CSRD) – scrivono nell’introduzione i tre consiglieri delegati – hanno messo in luce la necessità per le aziende di dotarsi di strumenti di governance consapevole. Questi strumenti sono cruciali per prevenire le crisi, gestire i rischi e orientare la gestione verso attività che generano valore non solo per gli azionisti, ma anche per gli stakeholder e la società nel suo complesso. In questo contesto, il modello di organizzazione, gestione e controllo previsto dal d.lgs. 231/2001 ha acquisito nuova linfa e vitalità”.
Galletti, Escheri e Quintili sottolineano come “nonostante sia previsto da una normativa ultraventennale, il modello 231 non è ancora ampiamente utilizzato, specialmente nelle PMI. Sebbene una delle principali funzioni normativamente attribuite al modello sia quella della prevenzione dei reati, è innegabile che tale strumento possa rivestire un ruolo fondamentale anche per supportare le decisioni aziendali, orientandole verso attività che creano valore per gli stakeholder in un’ottica ESG. In termini di Governance, il modello 231 è uno strumento gestionale che, grazie alla tracciabilità dei processi e alla valutazione dei rischi e delle responsabilità, risponde pienamente alla necessità di creare strutture organizzative adeguate alla dimensione e complessità dell’azienda. Queste strutture non solo consentono di rilevare tempestivamente le crisi e garantire la continuità aziendale, ma favoriscono anche una corretta gestione dei rischi, al fine di assicurare la sostenibilità e lo sviluppo delle imprese”.
IN ALLEGATO IL DOCUMENTO INTEGRALE
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