Commercialisti. Bene Draghi sul restyling fiscale totale
Miani, già elaborata nostra proposta di revisione dell’Irpef
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I commercialisti italiani “non possono che apprezzare le parole che il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, ha pronunciato ieri al Senato, nel contesto delle sue dichiarazioni programmatiche a proposito della necessità di un intervento complessivo di riforma dell’intero sistema fiscale”, giacché in qualità di professionisti “impegnati quotidianamente nel dare attuazione a un fisco sempre più farraginoso e complesso”. Con queste parole il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Massimo Miani valuta il discorso programmatico del capo del govero, stamani, in Senato, plaudendo alla idea di “affidare ad una Commissione di esperti in materia fiscale il compito di ridisegnare il nostro sistema tributario, dopo aver sentito la politica e le parti sociali”, e “ci auguriamo possa essere l’avvio di una stagione nuova, che coinvolga, come chiediamo da tempo, le parti interessate alla riforma, e noi Commercialisti in primis, già nella fase iniziale della sua elaborazione, chiamando i nostri rappresentanti nella Commissione di esperti”.
La categoria, ricorda la guida dell’Ordine, “ha predisposto una propria proposta di riforma dell’Irpef elaborata da una commissione di esperti i cui lavori sono stati coordinati da Carlo Cottarelli. Noi crediamo che l’attuale sistema progressivo per scaglioni di reddito ponga diverse criticità, tra cui quella del salto di ben 11 punti percentuali dell’aliquota marginale tra il secondo e il terzo scaglione, al superamento dei 28.000 euro. Proponiamo il frazionamento in due dell’attuale terzo scaglione: il primo, da 28.000 euro a 40.000 euro, con un’aliquota marginale del 32%; il secondo, da 40.000 euro a 55.000 euro, con un’aliquota marginale del 38%. Un sistema che ridarebbe fiato alla classe media che attualmente è quella che, in proporzione, è più penalizzata e che andrebbe nella direzione, auspicata da Draghi, della graduale riduzione del carico fiscale”, chiosa Miani
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