Daspo ai commercialisti e consulenti e carcere ai prestanome per trovare 7 miliardi
Massimo Miani Presidente commercialisti: Siamo sconcertati
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Commercialisti, consulenti del lavoro e altri intermediari abilitati chiamati a certificare il “diritto” alle compensazioni potranno incappare in una sospensione temporanea o permanente nel caso in cui attesteranno in modo fraudolento crediti inesistenti. È quanto prevede il progetto allo studio del think tank economico del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, per argine il fenomeno delle compensazioni fraudolente e portare un contributo al recupero dell’evasione. Misura da cui, secondo fonti M5S, si potrebbe addirittura arrivare a recuperare tra 5 e 7 miliardi. La misura del Daspo si inserisce in un progetto più ampio per la creazione di una piattaforma di certificazione dei crediti previdenziali, che consenta di attestare la fondatezza degli importi utilizzati in compensazione. Un progetto a cui sta lavorando l’Inps proprio per arginare fenomeni fraudolenti già accertati come quello di società «apri e chiudi» che creano crediti inesistenti e poi li riutilizzano o li cedono ad altri. Per raggiungere l’obiettivo ambizioso di recupero dell’evasione fiscale linea dura contro le frodi sui carburanti e spinta a carte di credito e Bancomat, Ma anche, come ha ricordato nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri di lunedì il premier Giuseppe Conte, “inasprimento delle sanzioni per i grandi evasori”.. “Sconcertati” per l’idea del M5s di prevedere, nella manovra economica, “il Daspo ai commercialisti che rilasciano attestazioni per crediti fiscali inesistenti”, dice il presidente del Consiglio nazionale della categoria Massimo Miani, che esprime “preoccupazione”, perché “non è certo con norme inutili a uso e consumo di titolo di giornale che si posson trovare i 7 miliardi che attualmente mancano all’appello nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Misura “inutile”, aggiunge visto che “già ora i commercialisti che così si comportano sono soggetti non solo a sanzioni amministrative, ma anche a responsabilità penali, perché anche di recente la Corte di Cassazione ha affermato che la condotta integra il reato di ‘dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici’, punibile da 1,5 a 6 anni di reclusione”. “Siamo contrari all’ipotesi di un Daspo per i commercialisti. – detto Vincenzo Moretta, presidente dell’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili di Napoli – La funzione di vigilanza degli Ordini professionali è assolutamente sufficiente per prendere provvedimenti nei confronti di chi sbaglia, e sono già previste sanzioni che comprendono anche la sospensione o, nei casi più gravi, la radiazione. Non bisogna dimenticare – ha continuato il presidente Odcec – che spesso alcuni errori si verificano a causa di normative confuse. Sarebbe assurdo penalizzare questi professionisti”.
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