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I commercialisti chiedono lo slittamento delle dichiarazioni al 10/12

Sospendere l’attività lavorativa per malattia grave del professionista

I commercialisti chiedono lo slittamento delle dichiarazioni al 10/12

Le dichiarazioni dei redditi devono esser spostare “almeno al 10 dicembre”, e dev’esserci “il diritto per gli intermediari di sospendere l’attività lavorativa in caso di malattia grave” con il decreto ristori, mentre col successivo decreto ristori 2 occorre avere la “estensione dei contributi a fondo perduto ai professionisti”. Ad invocarlo il Consiglio nazionale dei commercialisti nel corso dell’audizione di stamani presso la Commissione Finanze del Senato.

Il decreto ritosri, spiegano i consiglieri nazionali della categoria delegati al Fisco, Gilberto Gelosa e Maurizio Postal, “ha prorogato al 10 dicembre 2020 i termini di presentazione della dichiarazione dei sostituti d’imposta, relativa all’anno 2019, che erano altrimenti in scadenza al 31 ottobre 2020.

    L’evoluzione della situazione, caratterizzata da un accrescimento delle difficoltà operative e delle restrizioni, rende opportuno un adeguamento dell’ampiezza della proroga già concessa. In ogni caso, pare evidente l’opportunità di prevedere una parificazione, al 10 dicembre 2020 o al più ampio termine che risulterà possibile concedere, dei termini in scadenza il prossimo 30 novembre 2020 per la presentazione delle dichiarazioni annuali delle imposte sui redditi, per l’anno 2019″, aggiungono. Inoltre, a giudizio dei commercialisti “il protrarsi della situazione di estrema difficoltà legata all’emergenza pandemica non può in alcun modo consentire che si protragga del pari l’esclusione a priori dei liberi professionisti da forme di aiuto che vengono riconosciute alle imprese, ivi comprese quelle individuali”. I commercialisti auspicano quindi che forme di aiuto vengano riconosciute ai professionisti “nelle ulteriori misure di ristoro che saranno previste da altri decreti a fronte dell’ampliamento oggettivo e soggettivo delle restrizioni alle attività economiche”.

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