I Commercialisti professionisti emarginati
Miani, salta all'occhio l'assenza di misure per la riduzione del cuneo fiscale
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Dalla lettura della relazione tecnica del decreto Cura Italia affiora la “significativa emarginazione delle centinaia di migliaia di liberi professionisti iscritti agli Ordini professionali con proprie Casse previdenziali, posto che per questi ultimi viene consentito soltanto di provare ad accedere, in concorrenza però con tutti gli altri lavoratori dipendenti e autonomi, al cosiddetto reddito di ‘ultima istanza’, per il quale il decreto stanzia 300 milioni appena degli oltre 10 miliardi dedicati a questo comparto di misure”. A pensarla così il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Massimo Miani. Si osserva, poi, che “25 miliardi aggiuntivi di titoli di Stato, di cui viene autorizzata l’emissione, andranno a finanziare interventi che impattano sull’indebitamento 2020 per 3,2 miliardi euro, a fronte di misure di potenziamento del Servizio sanitario Nazionale, 10,3 miliardi, a fronte di misure di sostegno al lavoro, 5,1 miliardi, a fronte di misure di sostegno della liquidità attraverso il sistema bancario, 2,3 miliardi, a fronte di misure fiscali a sostegno della liquidità delle famiglie e delle imprese”. E, va avanti, “la parte restante è dedicata ad altre misure, tra cui i tanto discussi 500 milioni per il settore aereo, ma sostanzialmente riconducibili alla partita Alitalia. Dei 10,3 miliardi di misure a sostegno del lavoro: circa 7 sono relativi a misure fruibili solo da lavoratori dipendenti, circa 3 anche da lavoratori autonomi”, prosegue. Per Miani “salta all’occhio l’assoluta assenza di misure straordinarie di effettiva riduzione del cuneo fiscale a carico del datore di lavoro: una scelta”, dice, che “rischia di trasformare il decreto in un enorme spinta psicologica a ricorrere il prima possibile e il più possibile alla cassa integrazione”.
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