Nel decreto rilancio assente la proroga per il versamento delle imposte
Sembrano confermate le attuali scadenze di pagamento e le relative modalità di rateizzazione delle imposte
In evidenza
Il Decreto Rilancio, in via di pubblicazione, non sembra prevedere alcuna proroga dei versamenti da autoliquidazione delle imposte Irpef e Ires per il saldo 2019 e il primo acconto 2020. Su questo fronte sembrano confermate le attuali scadenze di pagamento e le relative modalità di rateizzazione delle imposte scaturenti con i prossimi modelli di dichiarazione dei redditi 2019 (al 30 giugno e al 30 luglio con la maggiorazione dello 0,40% – 30 novembre 2020 2° acconto 2020). La bozza del Decreto Rilancio, pur rinviando ulteriormente la scadenza dei versamenti tributari ordinari, previsti originariamente al 16/3 – 16/04 – 18/05, al 16 settembre 2020, non tiene di fatto in opportuna considerazione le scadenze in calendario dal mese di giugno 2020. Le Associazioni ADC e ANC, evidenziano congiuntamente i presidenti Maria Pia Nucera e Marco Cuchel, tra le misure proposte per rispondere allo stato di emergenza del Paese, ritengono fondamentale:
- Ridurre il versamento degli acconti per l’anno 2020;
- Prorogare il versamento del saldo 2019 e consentire il versamento del solo secondo acconto IRES/IRPEF così come già annunciato per l’IRAP.
Nel caso di versamento in unica soluzione del saldo imposte e contributi 2019 (IRPEF/IRES/ INPS), per tutti i soggetti che possono beneficiare liberamente della proroga – sia titolari che non titolari di Partita Iva – il calendario da osservare, esclusivamente per il saldo 2019, potrebbe essere il seguente:
- entro il 30 settembre 2020;
- entro il 30 ottobre 2020, con la maggiorazione dello 0,40%.
In caso di versamento rateizzato, invece, per tutte le categorie di contribuenti, il versamento del saldo 2019 potrebbe così avvenire:
- entro il 30 settembre 2020 la prima rata, senza interessi;
- entro il 16 ottobre 2020 la seconda rata, con interessi;
- entro il 16 novembre 2020 la terza rata, con interessi.
Merita particolare attenzione la necessità di limitare la percentuale complessiva dovuta a titolo di acconti sul 2020 (Imposte sul Reddito IRPEF/IRES/INPS), limitandone l’effetto finanziario per i contribuenti ad un massimo del 60% delle imposte e contributi effettivamente dovuti per il 2020, consentendo una determinazione, oltre che sul reddito storico 2019, anche in via previsionale e senza sanzioni, se gli acconti complessivi versati saranno pari al 60% delle imposte e dei contributi dovuti per il 2020. Tali acconti potrebbero essere versati con le medesime modalità annunciate per l’acconto IRAP.
La gravità della situazione impone, sostengono i presidenti Nucera e Cuchel, un adeguato rinvio di tutti i pagamenti fiscali facendo in modo però che le diverse scadenze alla fine non si concentrino tutte nello stesso periodo, con il rischio di vanificare completamente i benefici stessi dello slittamento.
Pertanto, le Associazioni ADC e ANC ritengono doveroso tener conto dell’andamento reale e dell’attuale crisi finanziaria, svincolando i pagamenti degli acconti d’imposta dalle desuete regole la cui formulazione risale agli anni settanta.
Notizie Correlate
Codice antimafia, dai commercialisti le linee guida sulla tutela dei terzi
18 Dicembre 2024Documento del Consiglio e della Fondazione nazionali della categoria. Per i professionisti ci sono lacune normative e problemi interpretativi da sanare con un nuovo intervento legislativo.
Nel 2024 il settore costruzioni in calo del 4%
18 Novembre 2024Secondo l’Osservatorio sui bilanci delle società di capitali del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, l’anno in corso potrebbe far registrare una perdita di 8 miliardi di fatturato.
Dai Commercialisti check-list operative per le cooperative.
18 Ottobre 2024Assetti Organizzativi, Amministrativi E Contabili.