Quale lo stato del rischio nel territorio di Catania?
1693-2024: 331 anni dal terremoto che devastò la Sicilia orientale
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Vivere con la consapevolezza del rischio: è ciò che avviene in Sicilia, in particolare a Catania, dove la paura per eventuali “eventi improvvisi e catastrofici” fa parte oramai della quotidianità di ognuno di noi. Non siamo ancora in grado di prevedere “quando e dove” si verificherà il prossimo grande terremoto, ma sappiamo con certezza quali sono le zone ad alta sismicità: per questo è fondamentale promuovere una buona comunicazione, educare la popolazione a convivere con i terremoti e, soprattutto, attuare programmi atti a mitigare il fenomeno. Sono questi gli obiettivi del Convegno organizzato da Unict (Dicar), Comune di Catania, Ance, Architetti, Ingegneri, Ingegneria Sismica Italiana, Ingv, Geologi, Geometri e Protezione Civile, che giovedì 11 gennaio alle ore 15.00, presso l’aula magna dell’Edificio della Didattica (14) della Cittadella Universitaria, riunirà intorno a un tavolo, istituzioni, accademici, ricercatori, professionisti e imprese edili, con l’obiettivo di fare sistema sul tema della sicurezza.
1693/2024: a 331 anni dal terremoto che devastò la Sicilia Orientale, ancora una volta serve tenere alta l’attenzione sulle molteplici criticità in cui affonda il nostro territorio, con l’obiettivo di passare dalle parole ai fatti, dai progetti alle azioni.
Qual è lo stato di rischio in cui viviamo? Quali le condizioni del patrimonio edilizio esistente? Sarà questa la fotografia da scattare per mettere a fuoco gli obiettivi. Dopo i saluti istituzionali, saranno due le tavole rotonde che consentiranno di entrare nel dettaglio delle tematiche legate al terremoto: dalla pericolosità geologica del capoluogo etneo, alle funzioni dell’Osservatorio sismico etneo, passando per le politiche di prevenzione, il fascicolo del fabbricato, l’assicurazione obbligatoria, la stima immobiliare con i parametri di rischio. Il tutto per consentire una programmazione integrata a diversi livelli, sovracomunale e pluridisciplinare, che deve necessariamente confluire in un progetto per una nuova architettura della città.