Anno: XXV - Numero 214    
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Confassociazioni. Siamo prudenti ma i dati, pur ancora drammatici, registrano un timido trend di cambiamento almeno culturale sulla sicurezza sul lavoro

Le denunce di infortunio presentate all’Istituto il 31 agosto sono state 416.894, 1.641 in meno rispetto alle 418.535 dei primi otto mesi del 2018

Confassociazioni. Siamo prudenti ma i dati, pur ancora drammatici, registrano un timido trend di cambiamento almeno culturale sulla sicurezza sul lavoro

 “Gli ultimi dati diffusi dall’Inail dimostrano che la fotografia sugli infortuni sul lavoro e sulle morti bianche risulta pressoché invariata rispetto a quella dello scorso anno. Le denunce di infortunio presentate all’Istituto il 31 agosto sono state 416.894, 1.641 in meno rispetto alle 418.535 dei primi otto mesi del 2018 (-0,4%). Se, però, da una parte si è avuto un decremento dei casi in occasione di lavoro, passati da 357.737 a 353.316 (-1,2%), dall’altra sono aumentati del 4,6% (da 60.798 a 63.578) quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro”. Lo ha dichiarato Luigi Ferrara, Presidente di Confassociazioni Sicurezza, in occasione dell’apertura di Ambiente Lavoro, l’importante manifestazione fieristica italiana dedicata alla promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che si svolge a Bologna Fiera da oggi, martedì 15 a giovedì 17 ottobre.  “I dati evidenziano anche un altro fattore – ha sottolineato Ferrara, che è anche Presidente Ancors – e cioè che le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di agosto sono state 685, 28 in meno rispetto alle 713 dei primi otto mesi del 2018 (-3,9%). La spiegazione di questo calo è legata soprattutto agli incidenti plurimi, ovvero quelli in cui si registra la morte di almeno due lavoratori. Tra gennaio e agosto di quest’anno sono stati 15, prevalentemente su strada, per un totale di 30 vittime. Nei 15 incidenti plurimi avvenuti nei primi otto mesi dello scorso anno, invece, le morti sul lavoro sono state 61, oltre la metà delle quali avvenute proprio in agosto, un mese funestato dai due incidenti importanti, quello avvenuto in Puglia e il crollo del ponte Morandi a Genova. A livello nazionale, i dati evidenziano 23 denunce in meno per i casi mortali occorsi in itinere (da 215 a 192) e cinque in meno per quelli avvenuti in occasione di lavoro (da 498 a 493). Il decremento, a livello gestionale, riguarda esclusivamente l’Industria e servizi, con 29 casi in meno (da 617 a 588). Nel Conto Stato, invece, le denunce sono state 10, mentre in Agricoltura è stato denunciato un caso mortale in più (da 86 a 87).  Un vero e proprio bollettino di guerra che perdura da anni – ha continuato il Presidente Ferrara. Il dato ancora più tragico è che tutto ciò accade soprattutto per la disattenzione, la disorganizzazione, gli scarsi investimenti per la sicurezza e le cattive abitudini dell’uomo. È fondamentale cambiare i nostri comportamenti e lavorare sulla prevenzione della sicurezza piuttosto che sulla cura del danno, troppe volte senza speranza. Un’impresa non certo facile perché la cultura si fonda sulle abitudini, in questo caso, non sane. Ma noi ci crediamo e non ci fermeremo mai. Attraverso Ancors e Confassociazioni Sicurezza vogliamo dimostrare con azioni concrete che cambiare è possibile. E difatti sta andando avanti la nostra proposta di riforma del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro presentata lo scorso 12 aprile a Roma alla Camera dei Deputati. Così come il sold out ai 21 convegni organizzati in questa tre giorni di Ambiente Lavoro dimostra che non ci sbagliamo: il prevenire prenderà il sopravvento sul curare perché cambiare è possibile.”  “Garantire e diffondere il più possibile la cultura della sicurezza e della prevenzione – ha concluso il Presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana – oltre ad essere una delle nostre mission, rappresenta un diritto e un dovere di ogni singolo cittadino. La cultura è l’unico modo per ottenere risultati duraturi e positivi. Attraverso la nostra grande rete (800mila iscritti, 469 associazioni professionali e 139mila imprese) noi facciamo ogni giorno della battaglia per la sicurezza e la prevenzione una bandiera perché per noi il percorso, seppur lungo, è ormai tracciato”.

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