Conferenza annuale di Confassociazioni: Politici e imprenditori a confronto per lo sviluppo del Paese
Sinergia, condivisione, rete, tra diverse esperienze – politiche, imprenditoriali, sociali – per il rilancio del Paese
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È stato questo il filo conduttore della Conferenza annuale di Confassociazioni, tenutasi ieri pomeriggio a Montecitorio, presso la nuova Aula dei gruppi parlamentari. “Per rilanciare il futuro del nostro Paese serve un colpo di reni evocativo, un ‘new deal’, un nuovo orizzonte di cose semplici da fare per ritrovare quello che abbiamo perso durante la crisi”. È così che il presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana, inquadra la mission messa in campo dalla Confederazione, composta da 425 associazioni e con più di 750mila professionisti iscritti, di cui circa 136mila imprese. “La nostra – aggiunge – è una vera e propria sfida di cambiamento, complessa ma sincera. Investire e non chiedere. Un Paese, denso di intelligenza e di cultura, di professionalità e di imprenditorialità, che vuole essere di servizio del mondo per produrre ricchezza e benessere per tutti. L’Italia è un Paese che potrebbe essere leader di uno dei grandi vantaggi competitivi del futuro: quel ‘soft power’ di innovazione, leadership culturali e solidarietà che può farlo diventare un nuovo ponte strategico che vada da Stoccolma a Città del Capo o da Lisbona a Pechino. Per questo bisogna mobilitare e liberare le forze economiche e sociali del Paese, tutte insieme”. “L’Italia ha bisogno di essere rilanciata. Per farlo, dobbiamo partire dal rispetto della nostra identità, la resilienza e la capacità di innovare, di capire i cambiamenti e di essere rivoluzionari”, aggiunge dal canto suo Gianni Lattanzio, vicepresidente Confassociazioni international, convinto che vada messa al centro la “dimensione della persona”, attraverso l’associazionismo, “il luogo più giusto, dove si condivide la dimensione civica”. Andrea Cioffi, Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, considera la “cooperazione tra aziende” alla stregua di “un valore aggiunto”, dal momento che “permette il raggiungimento di risultati che il singolo non riuscirebbe mai a ottenere”. “L’Italia ha una grandissima quantità di menti brillanti, che vanno poi però all’estero. Noi dobbiamo essere in grado di fare sinergia”, continua l’esponente del governo, che punta poi l’attenzione sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale, “una sfida che vorremmo lanciare”.
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