La maggior parte non ha perso l’occasione per dimostrare quanto poco tenga ai professionisti
Lo ha dichiarato in una nota Federica De Pasquale, Vice Presidente Nazionale di Confassociazioni con delega alle Pari Opportunità.
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“In vista delle imminenti elezioni politiche ci saremmo aspettati un’attenzione maggiore da parte dei partiti alle proposte del mondo delle libere professioni, specialmente nella fase in cui si apprestavano a scrivere i loro programmi. Invece, ancora una volta, la maggior parte non ha perso l’occasione per dimostrare quanto poco tenga al numeroso comparto di questi lavoratori e lavoratrici. Sono, infatti, appena un paio i partiti che ringraziamo per aver preventivamente interpellato la nostra organizzazione, che ad oggi rappresenta 739 associazioni che riuniscono più di 1.259.000 iscritti di cui oltre 213.000 imprese, al fine di coinvolgere i propri candidati su tutta una serie di questioni che riteniamo prioritarie anche per l’economia del nostro Paese. In particolare – ha spiegato Federica De Pasquale – visto il mio ruolo anche in rappresentanza del mondo delle pari opportunità, registro che, ormai da qualche anno, vi è un totale scollegamento tra la politica e l’associazionismo femminile a qualunque livello. Non mi hanno mai appassionato sterili disquisizioni sulle quote rosa o sull’utilizzo di un “appropriato” linguaggio di genere, occorre guardare a ben altro. Si continuano a predisporre normative nazionali in cui si prevede, ad esempio, la nascita di osservatori sulle politiche di genere, come nella legge di bilancio 2022, però poi non si prendono in considerazione confederazioni ed associazioni capaci di interpretare le reali necessità di una numerosa parte di donne come quelle da noi rappresentate. Per non parlare di organismi territoriali che danno vita ad iniziative apparentemente a favore delle politiche di genere ma che, nei fatti, sono poco utili a raggiungere l’obiettivo. Tra i casi più recenti cito quello della Regione in cui vivo, il Lazio, e dove per sette anni ho anche ricoperto il ruolo di vice presidente della Consulta Femminile per le Pari Opportunità. La Regione Lazio da poche settimana ha ottenuto un particolare apprezzamento da parte dell’Eige (Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere) nell’ambito dei bandi regionali, perché in tutti sono stati inseriti criteri di premialità nella lotta alla disuguaglianza di genere. Peccato che poi, nei fatti, tali bandi trovano una scarsa partecipazione e ben poco sono di supporto per dirimere tutte quelle disuguaglianze in ambito occupazionale tra donne e uomini, specialmente nel nostro comparto. Forse questo non sarebbe successo se, come prevede lo Statuto, la Regione Lazio avesse chiesto il parere proprio della sua Consulta Femminile, che l’attuale Giunta ha pensato bene di non rinnovare da circa 10 anni! Tale organismo infatti, sarebbe deputato proprio a raccogliere tutte le istanze del variegato mondo dell’associazionismo femminile, compreso il nostro sulle libere professioni, e a rappresentarne le istanze con proposte concrete ai vari organismi della Regione. La difficile situazione sociale ed economica che stiamo vivendo richiede azioni concrete non solo in ambito tributario ma anche, nell’ottica di un effettivo bilancio di genere, sulle politiche di welfare specifiche per supportare tutte quelle lavoratrici e professioniste a partita Iva che più di tutte hanno da sempre enormi difficoltà nel riuscire a conciliare le responsabilità familiari e di cura con quelle in ambito professionale, con l’ulteriore aggravio di un notevole aumento dei costi. Spesso – ha sottolineato De Pasquale, Presidente anche di Confassociazioni BES e Welfare – si dimentica che queste donne non hanno permessi retribuiti, ferie da prendere o concreti bonus di cui usufruire come accade alle lavoratrici dipendenti. Nei programmi elettorali si interviene sul potenziamento della natalità, sull’incremento dell’occupazione femminile con sgravi fiscali per chi assume donne, sulla parità salariale e sull’incremento dell’imprenditoria femminile tramite detassazioni temporanee, tutte tematiche di assoluto rispetto, ma che non danno risposte alla vera discriminazione dei nostri giorni e che Confassociazioni segnala da tempo: quella tra lavoratrici dipendenti e libere professioniste”.
“Siamo da sempre convinti – ha concluso la Vice Presidente CONFASSOCIAZIONI con delega alle Pari Opportunità Federica DE PASQUALE – che occorra una costante collaborazione tra le Istituzioni e tutta quella serie di corpi intermedi che da sempre rappresentano le reali necessità delle diverse categorie. Con l’ottimismo che contraddistingue l’agire di CONFASSOCIAZIONI, ci auguriamo che questo nostro appello a tenere aperte le porte del dialogo venga seriamente accolto dal nuovo Parlamento e dal futuro Governo”.
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