Presentato il 2° Rapporto sulle libere professioni nelle Marche
I dati del nuovo report fotografano la grave crisi economica che dall’emergenza Covid-19 colpisce duramente anche il territorio
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Trovare risposte concrete e coinvolgere nelle decisioni politiche, così come nelle risorse da mettere in campo, un settore, quello delle libere professioni, che è volano essenziale per la ripresa dell’economia ma che risente, al tempo stesso, della crisi di privati e imprese, ancor più gravemente dall’inizio dell’emergenza Covid-19. È questo l’obiettivo principale del webinar di approfondimento, all’interno dell’iniziativa promossa a livello nazionale dalla Confederazione italiana libere professioni, con cui Confprofessioni Marche ha presentato i dati del 2° Rapporto sulle libere professioni nelle Marche, documento che raccoglie il maggior numero di indicatori, caratteristiche e tendenze sull’attività libero-professionale e sul lavoro indipendente. Ospiti dell’incontro, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, l’Assessore regionale Guido Castelli (Enti locali, Servizi pubblici locali, Bilancio, Credito, Demanio e valorizzazione del patrimonio, Finanze, Provveditorato ed economato, Rapporti con le agenzie, gli enti dipendenti e le società partecipate, Trasporti e reti regionali di trasporto, Organizzazione e personale, Aree di crisi industriali, Ricostruzione) e il presidente del Consiglio regionale dell’economia e del lavoro (Crel) Gianfranco Alleruzzo, assieme al presidente di Confprofessioni Marche Gianni Giacobelli.
“Occorre una ‘progettualità inclusiva’- ha sottolineato il presidente di Confprofessioni Marche Giacobelli -. In tal senso stiamo portando avanti un percorso costruttivo, e come parte sociale di rappresentanza dei professionisti, chiediamo alla politica regionale di esser sempre più coinvolti nei processi decisionali. Specialmente dall’inizio dell’emergenza Covid-19, serve un dialogo ancor maggiore tra tutte le componenti della società perché solo insieme si esce da questo periodo difficile, unendo le forze del sistema economico marchigiano”. Ancor di più nella situazione critica determinata dalla situazione sanitaria, infatti, è necessario che tutte le risorse della Regione siano utilizzate al meglio: “Serve una visione per portare le Marche fuori dal guado – ha dichiarato il presidente della Regione Marche Acquaroli -. Dobbiamo cercare di costituire un nuovo modello, dobbiamo utilizzare una leva più efficace, di confronto, dialogo e concertazione. Al centro ci sono i territori, le imprese e i professionisti. Serve un metodo nuovo; non è facile, non siamo infallibili, e la pandemia non ci agevola nel lavoro di coesione, ma noi abbiamo la necessità, inesorabilmente, di costruire un percorso comune, anche con le professioni: in questo senso c’è tutta la disponibilità, mia e della Giunta che rappresento”.
La congiuntura attuale presenta rilevanti criticità e, proprio per questo, è necessario agire tempestivamente, a partire dal tema della rappresentanza: “Tutto il contesto è diventato molto più complesso – ha osservato il presidente del Crel Marche Alleruzzo – sono nate molte forme nuove che aggregano e rappresentano soggetti differenti, ponendo la necessità di un continuo riposizionamento: occorre quindi tenere in considerazioni tali trasformazioni. Molti soggetti, come i professionisti stessi, richiedono giustamente di essere riconosciuti, ed è necessario includerli: teniamo in considerazione che, senza di essi, non ci sarebbe una visione completa degli aspetti economici. Per progettare un futuro migliore, servono scelte condivise dal maggior numero di soggetti. Dobbiamo riuscire a scegliere insieme, pensare a una crescita, ma in senso più equo”.
Occorre una maggiore centralità delle libere professioni, insomma, specie nelle misure di bilancio della Regione Marche, con particolare attenzione alla ricostruzione post-sisma, così come nell’interlocuzione, a livello nazionale, che riguarda il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): “Per le aree del terremoto – ha spiegato l’assessore regionale Castelli -, in un atto complementare al Recovery Plan, è stato destinato 1 miliardo e 780 milioni per la rigenerazione economica di questi territori, risorse che si aggiungono all’integrazione da 30 miliardi di euro approvata dal Governo e agli oltre 191 miliardi del Recovery Plan stesso: i professionisti marchigiani avranno buone ragioni per considerare positiva questa notizia. Mutuando un’espressione del poeta inglese John Donne, nessun professionista è un’isola: le sue capacità e il suo lavoro dipendono dallo stato di salute dell’ecosistema in cui opera, e la nostra regione è stata particolarmente colpita dalle crisi degli ultimi anni. Eravamo la settima manifattura d’Europa ora, dai dati, siamo molto vicini invece alle regioni del Sud Italia. Il professionista che lavora nelle Marche deve misurarsi con una realtà difficile e va considerato comunque che c’è un’area tecnica che va a gonfie vele, pensando alla ricostruzione post-sisma e al super bonus, e ha spesso la difficoltà di dotarsi di un’organizzazione più adeguata e di forme di aggregazione tra professionisti più efficaci. Da questo si osserva bene come la ricostruzione sia partita, la mole di lavoro sta diventando enorme; tema diametralmente opposto, invece, per gli avvocati, in particolare giovani, che stanno vivendo difficoltà professionali gravissime. Il nostro obbiettivo, quindi, è includere tutti i professionisti nelle linee strategiche di sviluppo economico delle Marche”.
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