Per Confprofessioni urge strategia per il 'dopo-Superbonus'
Audizione: 'Agevolazioni sotto un'unica detrazione fiscale'.
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Confprofessioni, la Confederazione delle associazioni professionali presieduta da Gaetano Stella, nel corso dell’audizione in Parlamento oggi pomeriggio sul Def (Documento di economia e finanza), ha ricordato che con “l’obiettivo di salvaguardare i conti pubblici, il governo ha intrapreso da tempo un indirizzo di contenimento delle agevolazioni fiscali in materia edilizia, eliminando ogni tipo di sconto in fattura e cessione del credito per tutte le tipologie che ancora lo prevedevano.
È emersa una consapevolezza circa gli ingenti costi di queste misure: secondo le previsioni iniziali, il Superbonus 110% avrebbe richiesto l’impegno di 37 miliardi, ed invece ha raggiunto la soglia dei 122 miliardi.
E, secondo le più recenti stime, il conto rischia di superare i 140 miliardi di euro”.
Al contempo, ha chiarito la Confederazione, “il Superbonus 110% e gli altri bonus edilizi (eco-bonus, sisma-bonus, bonus facciate, bonus ristrutturazioni) hanno svolto un ruolo determinante per favorire la sostenibilità energetica dei fabbricati, e più in generale nel sostegno della crescita economica degli ultimi quattro anni, dapprima trainando la difficoltosa ripresa post pandemica e successivamente generando un impatto positivo sull’occupazione e il rilancio del settore delle costruzioni. Pertanto, la liquidazione del Superbonus impone l’individuazione di una strategia alternativa che assicuri continuità a questi processi”, argomenta Confprofessioni nella memoria consegnata ai parlamentari. “È, dunque, opportuno mettere mano ad una revisione complessiva del sistema di detrazioni fiscali nel settore dell’edilizia, al fine di garantire semplificazione, sistematicità e stabilizzazione delle misure agevolative, eventualmente accorpando tutti i bonus sotto un’unica detrazione fiscale, e disporre altresì risorse per contribuire alle spese dei privati, anche per assicurare un controllo dei prezzi dei materiali”, si legge, infine.
Ansa
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