Sul salario minimo ripartire dal documento del Cnel
In audizione la Confederazione presieduta dal presidente Stella ha ribadito la centralità dei contratti per sostenere le dinamiche salariali e la necessità di rafforzare il ruolo delle parti sociali.
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«Il modello di contrattazione collettiva sviluppata in Italia negli ultimi 50 anni è di assoluto rilievo e può diventare un esempio nell’ambito comunitario, ma non può essere mortificato da una norma che non risolve le problematiche legate alle dinamiche reddituali e al lavoro povero. Al contrario, indebolisce la rappresentanza e la contrattazione collettiva nazionale che, sino ad oggi, hanno saputo adattare le retribuzioni ai singoli settori produttivi, non fermandosi al mero aspetto salariale ma individuando strumenti e sistemi di welfare integrativo in favore dei lavoratori dipendenti e delle loro famiglie, un meccanismo trascurato dalla previsione normativa». È netta la posizione di Confprofessioni, audita oggi in Commissione Lavoro della Camera sulle nuove proposte di legge riformulate anche alla luce delle osservazioni del Cnel.
«Confprofessioni ha preso parte alla discussione avvenuta in quella sede votando convintamente a favore del documento condiviso anche dalla maggioranza delle parti sociali» ha dichiarato Dario Montanaro, delegato della Confederazione. «Crediamo che la discussione sul tema debba partire da quel documento frutto di un solido lavoro di sintesi e compromesso tra le diverse istanze delle rappresentanze».
«L’intervento normativo deve promuovere il rafforzamento e l’integrale applicazione dei Ccnl sottoscritti da soggetti realmente rappresentativi, arginando il dumping contrattuale che rende più fragili i diritti dei lavoratori e impedisce condizioni omogenee di tutela salariale e di welfare», aggiunge Montanaro. «In questo ambito, il Cnel sta svolgendo una funzione determinante, che dovrebbe essere ulteriormente valorizzata, nel monitoraggio della contrattazione collettiva e della programmazione economica e sociale».
Davanti alla Commissione Lavoro della Camera, la Confederazione è intervenuta anche sul tema del taglio del cuneo fiscale e contributivo per favorire la crescita dei salari. «La direzione è giusta – afferma Montanaro – ma dev’essere accompagnata anche dalla detassazione degli incrementi retributivi concordati tra le parti sociali in occasione dei rinnovi dei contratti collettivi di lavoro, proprio per adeguare i redditi dei lavoratori all’andamento dell’inflazione».
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