Superbonus, stabilizzare le agevolazioni fiscali
Senza un sistema di misure stabili e incentivi adeguati è impossibile raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea con la Direttiva case green
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«A distanza di 44 mesi dall’entrata in vigore del Superbonus 110%, dopo il trentesimo intervento di modifica e correzione delle misure, auspichiamo l’adozione di un indirizzo definitivo, in un’ottica di stabilizzazione delle agevolazioni fiscali nel settore dell’edilizia». Così la vicepresidente di Confprofessioni, notaio Claudia Alessandrelli, in audizione davanti alla Commissione Finanze della Camera, dove si sta discutendo il “decreto Superbonus” (Dl. 212/2023), per trovare una soluzione anche per gli edifici condominiali che devono ancora terminare i lavori ammessi a detrazione, per un importo di circa 10 miliardi di euro.
«La soluzione della “sanatoria fiscale” contenuta del Decreto risponde all’obiettivo di non provocare ulteriori ripercussioni per i committenti, tuttavia non sembra idonea ad evitare eventuali contenziosi che potranno sorgere tra imprese, professionisti e condominii a causa del rallentamento o della sospensione dei cantieri», sottolinea Alessandrelli. «Inoltre, la sanatoria non tiene conto della complessa realtà tecnica che sta dietro al mondo dell’edilizia ed è altamente probabile che si renderanno comunque necessarie alcune opere di completamento nel 2024 i cui costi è opportuno chiarire come saranno disciplinati, in sede di conversione. L’impatto dei bonus e del sistema di detrazioni fiscali nel settore dell’edilizia andrebbe valutato oggettivamente, prendendo in considerazione non il solo calcolo dell’impatto sulla spesa pubblica e sul disavanzo per lo Stato, ma anche le ripercussioni economiche e sociali, di medio-lungo periodo, che hanno generato una serie di esternalità positive», sottolinea Alessandrelli, auspicando una revisione complessiva del sistema di detrazioni fiscali nel settore dell’edilizia, accorpando, per esempio, tutti i bonus sotto un’unica detrazione fiscale, o rimodulando gradualmente i meccanismi con modalità di incentivazione differenziata, in base alle classi energetiche o alle classi di rischio delle costruzioni, anche in vista della Direttiva case green.
È evidente come sia impensabile raggiungere gli obiettivi della Direttiva europea sulle prestazioni energetiche degli edifici senza un sistema di misure stabili e di incentivi, che possa contribuire alla realizzazione delle opere di efficientamento energetico con una prospettiva di lungo termine, conclude Alessandrelli. «Un obiettivo particolarmente sfidante per l’Italia poiché si stima che nel nostro Paese circa 1,8 milioni di edifici residenziali sul totale di 12 milioni rientrino tra gli edifici più energivori (con classe energetica G), mentre il Superbonus 110% ha riguardato sino ad ora meno di 500 mila edifici».
Ufficio Media & Comunicazione Confprofessioni
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