Anno: XXV - Numero 159    
Giovedì 5 Settembre 2024 ore 13:00
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Troppi errori e burocrazia

I consulenti del lavoro stroncano il bando Resisto della Regione Sardegna

Troppi errori e burocrazia

“Un posticipo a fine gennaio dei termini di presentazione delle domande che consenta sia il reperimento dei dati corretti e precisi che una vera e reale modifica, una semplificazione del procedimento di invio delle domande con la rimozione di ogni ostacolo burocratico”: a presentare le richieste all’assessore regionale al Lavoro Alessandra Zedda è l’ordine dei consulenti del lavoro della Sardegna, con una lettera firmata dal presidente  Marco Fenza. Perché il bando (R)Esisto da 67 milioni destinato alle imprese, così come scritto, ha troppe falle. E, soprattutto, non snellisce la burocrazia, come era negli intenti. Anzi: rischia di tagliare fuori numerose aziende, proprio perché l’iter di presentazione delle domande, oltre a essere costellato di errori, è troppo farraginoso. Non solo: lascia fuori i professionisti.

Per accedere al contributo le aziende devono indicare il costo del lavoro dei dipendenti. Ma il parametro scelto, per i consulenti, è sbagliato: “Il costo del lavoro non si ricava basandosi sulla “retribuzione lorda del 2019, quale risulta dalla Certificazione Unica (CU) 2020, in quanto quello indicato nella Cu da Voi indicato nel bando è solo un dato parziale del reale costo del lavoro. Lo stesso infatti è comprensivo dei contributi Inps a carico ditta che nella CU non sono indicati, per cui il bando riporta un dato non corretto al fine del reale calcolo dell’effettivo costo del lavoro stesso”.

Inoltre si richiede di indicare “le somme percepite a titolo di cassa integrazione guadagni (CIG) dal personale interessato”. I consulenti scrivono che “questo è un dato che non è a disposizione delle aziende.  I dati certi solo l’Inps li potrà fornire, non in tempi brevi, ma con la CU2021 che verrà inviata ai lavoratori soggetti alla percezione degli ammortizzatori sociali. E’ da tener conto che non tutti i lavoratori hanno ricevuto le indennità e che l’Istituto le sta ancora erogando anche in questi giorni”.  E questo dato, difficile da ottenere, andrebbe certificato dal rappresentante legale dell’azienda, ” con la responsabilità di certificare un dato che potrebbe non essere attendibile con tutte le conseguenze di legge che ne derivano a carico del firmatario”.

Ancora: “Non è esplicitato come vada calcolato il requisito del calo del fatturato in caso di avvio attività in corso del 2019, ossia attività iniziate a luglio 2019.In questo caso non si potrà indicare un calo di fatturato, di conseguenza si deve intendere l’azienda esclusa dalla partecipazione del bando?”.

Ma non  è finita. Perché il documento dell’ordine sottolinea la corposità del bando, 142 pagine: “Una reale semplificazione è predisporre un bando di 10/12 pagine che consenta una facile applicazione e un diretto raggiungimento degli obiettivi prefissati: sostenere rapidamente le aziende in difficoltà. Segnaliamo la grave iniquità di questi bandi con modalità a sportello che penalizzano fortemente le aziende che per i motivi predetti potrebbero arrivare fuori tempo”.

 

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