Ungdcec. Misure inadeguate per la fase 2
De Lise, servono vere riforme, a partire da semplificazione
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Interventi “a sostegno di imprese e professionisti che son tali soltanto sulla carta”, poi “sacrifici chiesti agli italiani promettendo l’azzeramento dell’Iva sulle mascherine, dimenticando che rispettare i protocolli ha un costo” e “inadeguate le misure per la gestione dei figli”, mentre “per mettere in atto vere riforme, quelle promesse dal governo insieme alla tanto auspicata semplificazione, noi crediamo che servano nuove idee” ed i “giovani professionisti, che vivono ogni giorno al fianco degli imprenditori, sono pronti a dare un contributo”. Parola del presidente dell’Ungdcec (Unione nazionale giovani dottori commercialisti) Matteo De Lise, che commenta così il discorso di ieri sera del premier Giuseppe Conte, a proposito della cosiddetta ‘fase 2’ post-emergenza da Coronavirus. “Il capo del Governo anticipa un nuovo decreto con interventi a sostegno delle imprese per 55 miliardi, il che stride fortemente con la dichiarazione secondo cui sarebbe stato un successo aver erogato a lavoratori autonomi e professionisti il ‘bonus’ di 600 euro per complessivi 3 milioni. Avevamo 55.000 milioni (i 55 miliardi) da usare e abbiamo dato solo 3 milioni ai professionisti e nemmeno a tutti?”, si chiede il vertice del sindacato. Per De Lise “occorre che si semplifichi la vita ai cittadini: ad esempio, prendiamo la controversa disposizione che ha posticipato i versamenti delle imposte di 4 giorni e che “in cambio” ha allungato di 2 anni la possibilità di essere accertati, e nel stralciare tale norma proviamo a ribaltarla riducendo di 2 anni i periodi accertabili. Sarebbe un bel segnale di cambio di direzione. Nessuno sconto agli evasori, non un condono, semplicemente una richiesta all’Agenzia delle Entrate di svolgere più velocemente la propria attività”.
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