Equo compenso, il plauso post legem
I presidenti dei consigli nazionali degli Ingegneri e degli Architetti ricordano come la battaglia sia stata lunga: ora attenzione al rispetto delle regole
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L’equo compenso ha avuto il via libera definitivo dalla Camera dei Deputati dopo un lungo iter, fatto di diversi stop and go che hanno attraversato diverse legislature, nella seduta del 12 aprile 2023. Da parte dei consigli nazionali che rappresentano ingegneri e architetti giunge quindi, dopo anni di lunghe interlocuzioni con i governi, il plauso al provvedimento. Con una serie di alert sul futuro prossimo, a tutela naturalmente del rispetto dei principi previsti nella legge sull’equo compenso.
Breve e stringata la dichiarazione di Domenico Perrini, presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, sull’approvazione della legge sull’equo compenso: “Esprimiamo soddisfazione per l’approvazione della legge sull’Equo compenso. Negli ultimi anni, a nome della categoria degli ingegneri e più in generale delle professioni tecniche, ci siamo battuti a fondo per ottenere questo provvedimento. Come CNI – aggiunge Perrini – ora ci aspettiamo che l’equo compenso venga esteso a tutti i committenti e che venga chiarita la modalità di applicazione alle PA, nel rispetto del Codice dei Contratti”.
“Un principio finalmente diventato Legge, che rappresenta un importante riconoscimento per i liberi professionisti. E’ un passo significativo per la loro tutela e per quella dei cittadini che hanno diritto a prestazioni di qualità. Il nostro impegno sarà quello di lavorare affinché sia ampliata la platea di riferimento oltre a quella già prevista”.
Questo il commento di Francesco Miceli, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) che sottolinea il ruolo significativo che dalla Legge viene riconosciuto agli Ordini professionali.
“L’approvazione della legge – continua Miceli – rappresenta un passo avanti verso il riconoscimento del ruolo che i liberi professionisti assicurano alla società e che passa anche attraverso la definizione di compensi commisurati alla quantità e qualità del lavoro”.
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