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Ingegneri e architetti apprezzano la bozza del nuovo testo unico dell’edilizia e avanzano proposte migliorative

Richiesto, in particolare, il superamento della doppia conformità

Ingegneri e architetti apprezzano la bozza del nuovo testo unico dell’edilizia e avanzano proposte migliorative

Ormai tutti gli attori del processo edilizio concordano sulla necessità di riformare il testo del DPR n. 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia). Nel corso degli anni il Testo attualmente vigente è stato oggetto di numerosi interventi di modifica puntuali. Oggi si avverte il bisogno che sia riformato nella sua interezza ed organicità e licenziato attraverso la Legge Delega. Non una semplice revisione, ma una integrale elaborazione di un nuovo Codice, più agevole, più chiaro, attualizzato per rispondere alle esigenze di semplificazione, razionalizzazione, digitalizzazione e maggiormente in grado di supportare e facilitare una crescita e un futuro sostenibile per il nostro Paese.

La normativa vigente da oltre 20 anni non risulta più adeguata alle necessità attuali dell’edilizia e non offre un quadro normativo organico atto a fornire risposte agli obiettivi fissati dall’Agenda ONU 2030 e agli obiettivi Europei che, oltre a richiedere nuovi format edilizi, impattano profondamente anche sull’andamento del mercato delle costruzioni.

Il Ministero ha messo a punto una bozza del nuovo Testo Unico delle Costruzioni, che secondo il parere del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, va in questa direzione introducendo nuovi principi cardine della disciplina edilizia.

Va osservato che la definizione del contesto normativo finalizzato alla riduzione del consumo di suolo, alla rigenerazione urbana, alla sostenibilità ambientale delle costruzioni, all’efficientamento energetico ed alla sicurezza, resistenza, affidabilità degli edifici e al superamento delle barriere architettoniche deve trovare adeguata correlazione con l’obiettivo strategico prioritario di recupero e valorizzazione del patrimonio edilizio esistente.

In sostanza, il nuovo Testo Unico delle Costruzioni si pone l’obiettivo di riordinare e aggiornare le disposizioni normative e di supportare gli obiettivi di pianificazione, volti alla risoluzione di situazioni di stallo dovute a non conformità, impedenti il pieno recupero del patrimonio edilizio esistente e di attualizzare il ruolo che il mondo delle costruzioni deve avere nel contrasto ai cambiamenti climatici.

“Esprimiamo soddisfazione per il fatto che la bozza del nuovo Testo Unico vada nella direzione indicata dagli ingegneri e dagli architetti – dice Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI -. Abbiamo apprezzato soprattutto il fatto che il testo sia scaturito dal lavoro congiunto di tutte le componenti interessate: a partire dal 2017 la Commissione Relatrice istituita presso il C.S.LL.PP. coadiuvata da Ministeri, Consigli Nazionali delle Professioni Tecniche, ANCE, ANCI, Conferenza delle Regioni, ha elaborato la bozza del Nuovo Testo Unico delle Costruzioni”.

A questo proposito, all’interno del Consiglio Nazionale degli Ingegneri è stato costituito un gruppo di lavoro di supporto, i cui membri sono Presidenti e Consiglieri degli Ordini territoriali e due membri del Censu, figure professionali esperte nel settore e rappresentative dei 106 Ordini territoriali. Analogo gruppo di lavoro è stato costituito dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori con Presidenti e Consiglieri degli Ordini territoriali e figure professionali esperte del settore, segnalate dai 105 Ordini territoriali. Questi gruppi di lavoro sono stati costituiti con la duplice finalità di conoscere la bozza del nuovo Testo unico e di divulgarla ai Tecnici e di individuarne spunti d riflessione volti ad attuare alcune semplificazioni procedurali sia per i Cittadini ed Imprese che per la Pubblica Amministrazione e alcuni approfondimenti da sviluppare come allegati alla bozza Testo unico.

Nell’ottica della fattiva collaborazione istituzionale, i Consigli Nazionali di ingegneri e architetti hanno formulato un documento congiunto a sostegno della necessità della Legge Delega propedeutica all’approvazione del nuovo Testo unico. Lo stesso affronta cinque questioni fondamentali: definizione delle competenze Stato-Regioni; semplificazioni e razionalizzazioni procedurali; edilizia e attuazione urbanistica; resistenza e stabilità delle costruzioni; sostenibilità e progettazione impiantistica, acustica e ambientale. Tra le richieste qualificanti di ingegneri e architetti c’è quella della rimodulazione dell’accertamento di conformità attraverso il superamento della doppia conformità, volte a sbloccare la situazione di stallo per molte amministrazioni.

“Riteniamo di particolare importanza – afferma Irene Sassetti, Consigliera Tesoriere del CNI – il superamento della doppia conformità. Inoltre riteniamo utile l’introduzione di un ulteriore fattispecie di accertamento di conformità condizionato all’esecuzione di opere di modesta entità, finalizzate alla piena conformazione dell’immobile alla disciplina edilizia e urbanistica e a garantire idonee condizioni di sicurezza di parti strutturali dell’immobile”.

“La scelta della legge delega – sottolinea Francesco Miceli, Presidente del Cnappc – appare la più rispondente a realizzare una riforma che definisca i principi fondamentali che devono guidare l’azione di trasformazione del territorio e dell’ambiente costruito. Immaginiamo possibile un indirizzo innovativo della riforma in grado di coniugare le trasformazioni edilizie con la salvaguardia dell’ambiente e dei valori storici e culturali ampiamente diffusi nel nostro Paese. In questo senso, a partire dal documento predisposto dai Consigli Nazionali degli Architetti e degli Ingegneri, il mondo professionale intende dare un contributo concreto e di merito anche attraverso il lavoro collettivo di approfondimento e di messa a punto del testo effettuato dagli Ordini territoriali .”

“Riteniamo che gli obiettivi delineati nella definizione del nuovo testo unico rappresentino interesse pubblico primario per la gestione dei nostri territori – afferma Anna Buzzacchi, Consigliere del Cnappc – e che nell’ottica dell’attualizzazione della normativa delle costruzioni l’interesse all’intervento sull’esistente, nella considerazione dell’intero ciclo del costruito, vanga considerata una priorità”.

I Consigli Nazionali di ingegneri e architetti auspicano che le loro proposte trovino accoglimento nella Legge Delega e siano riportati nel Testo Unico delle Costruzioni. Rinnovano, infine, la propria disponibilità nell’analisi e valutazione di possibili semplificazioni della bozza del Testo Unico, arricchendo la riflessione con le diverse sensibilità ed esperienze dei professionisti operanti nel comparto edilizio in sinergia con gli Enti coinvolti.

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