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Il Cni giudica ragionevoli gli interventi infrastrutturali per il g7

In occasione dell’audizione sulla conversione in legge del decreto n.5 del 19 gennaio 2024, il Consiglio Nazionale ha sottolineato quali condizioni andranno rispettate affinché il provvedimento risulti veramente efficace.

Il Cni giudica ragionevoli gli interventi infrastrutturali per il g7

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha partecipato ieri all’audizione sulla conversione in legge del decreto legge 19 gennaio 2024, n. 5, recante disposizioni urgenti per la realizzazione degli interventi infrastrutturali connessi con la presidenza italiana del G7. A rappresentare il CNI è stato il Consigliere Nazionale Domenico Condelli.

Innanzitutto, a nome del Cni, Condelli ha espresso soddisfazione per il fatto che lo Stato italiano ospiterà, nell’ambito della Presidenza Italiana del G7, il summit dei Capi di Stato e di Governo dal 13 al 15 giugno prossimi in Puglia. In seguito è entrato nel merito sottolineando come il testo del decreto preveda la nomina di un Commissario straordinario incaricato di supervisionare gli interventi infrastrutturali necessari per la presidenza italiana del G7.

Inoltre, il Commissario straordinario può affidare gli appalti di lavori, servizi e forniture attraverso una procedura negoziata, senza la pubblicazione di un bando di gara. Questa procedura, secondo il parere del Cni, pur essendo giustificata dalla necessità di rispettare i tempi e garantire l’operatività delle strutture connesse alla presidenza del G7, deve essere limitata ai casi di eccezionalità legate alle tempistiche debitamente motivati.

Condelli, poi, ha richiamato alcuni commi. Il numero 3 che garantisce il rispetto delle disposizioni della legislazione antimafia, confermando l’importanza di mantenere elevati standard di integrità nelle procedure di appalto. Il numero 4 che stabilisce le procedure legali da seguire in caso di controversie riguardanti gli appalti e le procedure di progettazione e autorizzazione, contribuendo a garantire una gestione trasparente e conforme alle leggi. Infine, il comma 5 che stabilisce che per gli interventi relativi alle infrastrutture stradali e manutentivi si proceda in deroga ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale, fatte salve le leggi antimafia, le misure di prevenzione ed il rispetto dei principi generali dell’affidamento. In generale, il Cni ha notato come le proposte appaiano orientate a ottimizzare l’uso delle risorse pubbliche e ad affrontare settori prioritari come la sicurezza stradale. Tuttavia, è fondamentale monitorare attentamente l’attuazione di tali proposte per garantire che i fondi siano utilizzati in modo efficiente ed efficace a tutto beneficio della società.

Nel complesso, secondo il giudizio del Cni, il testo fornisce una cornice giuridica atta a facilitare e accelerare la realizzazione degli interventi infrastrutturali necessari in vista della presidenza italiana del G7, garantendo al contempo il rispetto delle normative e delle leggi sull’anticorruzione e garantendo che le infrastrutture e le attività connesse siano gestite in modo efficace e conforme alle necessità del vertice.

Il Cni ha anche tenuto a ricordare che il Decreto Legislativo 36/2023, nuovo Codice dei contratti pubblici, di recente pubblicazione ha definito una serie di procedure per la gestione degli appalti pubblici.

Il Cni prende atto del fatto che la gestione della realizzazione di questi interventi infrastrutturali avvenga tramite un Commissario e con la possibilità di deroghe. In questo senso, il Cni Avrebbe preferito l’applicazione precisa e puntuale del Codice dei contratti.

Ritiene, pertanto, opportuno inserire all’interno dello stesso le procedure standardizzate che consentano di evitare le nomine dei commissari e la previsione di deroghe normative.

In conclusione, l’approccio proposto nel testo è giudicato dal Cni ragionevole, con l’importante condizione che le deroghe e l’istituzione di un Commissario siano veramente legate all’eccezionalità dell’evento e siano giustificate dalla necessità di garantire il successo, senza compromettere la trasparenza e l’integrità delle procedure del Codice degli appalti, per la corretta ed estesa applicazione del quale il Cni si batte da sempre.

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