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L’Ordine Ingegneri di Napoli sosterrà studi tecnologici per l'inclusione sociale

Lo ha annunciato il Segretario dell'Ordine, Professor Andrea Prota (direttore del Dipartimento strutture per l'ingegneria-Dist dell'Ateneo Federiciano), in un incontro organizzato al Centro Congressi Partenope sul progetto "Include All" che prevede lo sviluppo di iniziative di inclusione sociale con tecnologie avanzate

L’Ordine Ingegneri di Napoli sosterrà studi tecnologici per l'inclusione sociale

 

Il progetto – che vede impegnati l’Ateneo Federiciano e l’Ordine degli ingegneri di Napoli – è nato nel 2014, anche per iniziativa dell’attuale Tesoriere dell’Ordine, Giovanni Esposito, con l’avvio di un percorso formativo in “progettazione etica”.  All’incontro – prosegue la nota – ha portato la sua testimonianza l’Ingegner Salvatore Orrei, vittima nel 2005 di un incidente d’auto che lo ha lasciato quasi totalmente paralizzato e privo del linguaggio. Orrei è riuscito a laurearsi anche grazie agli studi e alle ricerche del Laboratorio Sinapsi della Federico II, che hanno portato alla realizzazione di dispositivi che gli hanno consentito di continuare il proprio percorso universitario. Come riconoscimento per le sue eccezionali doti di volontà, l’Ordine degli ingegneri di Napoli ha attribuito a Orrei un premio di laurea. In quest’ottica, “l’Ordine degli ingegneri – è stato ribadito durante l’incontro – continuerà ad affiancare tutte le iniziative per la progettazione etica ed inclusiva, attribuendo riconoscimenti ai più meritevoli”. Hanno svolto relazioni anche i docenti Alessandro Pepino (titolare della delega rettorale ai problemi degli studenti diversamente abili), e Massimo Martorelli, responsabile del laboratorio “Creami” della Federico II in cui le tecniche di stampa 3D sono utilizzate per lo sviluppo di dispositivi per alleviare i deficit fisici. Pepino ha ricordato il ruolo fondamentale di ingegneri e tecnici nell’erogazione di servizi di supporto per i cittadini diversamente abili: “Non serve investire solo in tecnologie – ha ribadito – , ma occorre anche definire servizi su misura per le esigenze del singolo cittadino in difficoltà. Applicare tecnologie non personalizzate può rivelarsi inutile, se non dannoso”.

 

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