Nuovo Codice Contratti, leve e criticità analizzate dagli ingegneri siciliani
Perrini, presidente del Consiglio nazionale ingegneri: «La restrizione a soli tre anni dei requisiti per i tecnici causerà una forte chiusura del mercato»…
Applicazione delle nuove normative, benefici delle misure previste dal PNRR, progettazione ed esecuzione dei lavori, regolamentazioni sulla gestione del contenzioso. Si è tenuto venerdì 1 settembre al centro per la Cultura Scientifica “Ettore Majorana” di Erice (TP) il convegno dedicato al “Nuovo Codice dei Contratti: contenuti e applicazioni della riforma del sistema degli affidamenti”, organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Trapani, grazie alla collaborazione della sua Fondazione, al prezioso contributo della Consulta Ordini Ingeneri di Sicilia e al patrocinio dell’Ordine Nazionale di Categoria.
Secondo il presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Angelo Domenico Perrini, «il Nuovo Codice dei Contratti presenta diverse criticità, molte delle quali possono essere ricondotte all’estensione indiscriminata del ricorso all’appalto integrato. Ciò avviene persino relativamente alle opere di manutenzione – ha aggiunto Perrini – la restrizione a soli tre anni dei requisiti per i tecnici taglia fuori dalla partecipazione ai servizi di ingegneria il 98% dei professionisti».
«L’attenta partecipazione al focus regionale di Erice – ha affermato Fabio Corvo, presidente della Consulta regionale degli Ingegneri di Sicilia – testimonia l’interesse condiviso dai professionisti sugli sviluppi normativi e sui temi che hanno un forte impatto sulle attività quotidiane degli ingegneri siciliani. Abbiamo esplorato i dettagli sugli emendamenti e il recepimento delle osservazioni poste dai professionisti – ingegneri e architetti – relativamente al Nuovo Codice dei Contratti, che potrebbero garantire in Sicilia una più ampia partecipazione alle gare anche con riguardo ai giovani professionisti iscritti all’Albo, attraverso alcuni correttivi sui requisiti tecnici ed economici. Più in generale, come Consiglio di Consulta intendiamo continuare a coinvolgere gli ingegneri siciliani con un ciclo di formazione regionale che consenta a tutti gli iscritti degli Ordini provinciali di assistere agli aggiornamenti in modalità mista, in presenza e in diretta streaming – ha concluso Corvo – il prossimo appuntamento si terrà ad Agrigento, grazie al coordinamento del presidente del Consiglio territoriale Achille Furioso, focalizzeremo l’attenzione sul dissesto idrogeologico». «Il Codice dei Contratti non ha previsto modalità innovative sulla semplificazione delle procedure – ha affermato l’avvocato Giuseppe Ribaudo – cristallizza la legislazione che era stata adottata post-covid. Stabilizza l’introduzione del sottosoglia sugli incarichi diretti, riduce da tre a due livelli di progettazione, con la fattibilità ed il progetto esecutiva, e liberalizza l’appalto integrato. Quindi introduce e fissa nuove opportunità per gli ingegneri. Tuttavia poiché si occupa dell’aggiudicazione ma non dell’esecuzione del contratto, se l’obiettivo era accelerare le procedure ed evitare le incompiute, il codice non coglie nel segno. Si deve intervenire con norme correttive che seguano questa direzione, sulla revisione dei prezzi e sulla rinegoziazione del contratto». Hanno partecipato ai lavori del convegno Giovanni Indelicato presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Trapani, Giuseppe Galia presidente della Fondazione degli Ingegneri della provincia di Trapani, Vito Antonio Bonanno segretario generale del Comune di Alcamo, Domenico Condelli consigliere del CNI.
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