Nuovo Codice Etico degli ingegneri: problemi in arrivo?
Riportiamo le osservazioni dell'Ingegner Roberto Rinaldi, attualmente Presidente del Collegio di Disciplina 5 del Consiglio di Disciplina di Venezia, sulla circolare (882 /XIX Sess. 2022) contenente il nuovo Codice Deontologico degli ingegneri
In evidenza
In precedenti articoli ho avuto modo di mettere in evidenza diversi aspetti relativi alla disciplina negli Ordini professionali degli Ingegneri.
Per sintetizzare, i procedimenti disciplinari hanno avuto una mutazione notevole con il DPR 137/2012 con cui l’istruzione e il giudizio dei procedimenti è passato dal Consiglio dell’ordine provinciale ai Consigli di disciplina provinciali, novelli organi incardinati negli ordini provinciali, ma dotati di autonomia. Non mi dilungo, rimandando per ulteriori approfondimenti al regolamento del CNI ed eventualmente anche ai miei articoli precedenti.
Agli Ingegneri la disciplina interessa ancora?
Attualmente il regime è alla seconda tornata e, una volta effettuate le elezioni e insediati i nuovi Consigli degli Ordini, ci sarà la terza (rispettando i tempi di candidatura, istruttoria del Consiglio dell’ordine e decisione del Presidente del Tribunale).
Potrebbe essere tempo di consuntivi, ma per essere del tutto breve dopo una prima tornata di regime novello gestita egregiamente dal CNI, si è passati ad una fase del tutto anonima, a mio parere, che ha fatto arretrare il sistema. Su questo ha giocato sia la veste di Magistratura di secondo livello del CNI che la sordità per questa ragione, ad affrontare istanze provenienti dalla periferia.
Base per il giudizio disciplinare è il Codice Etico che secondo la regolamentazione vigente è di fatto provinciale, ma era stato portato su base quasi nazionale attraverso una decisione dell’assemblea dei Presidenti ratificata dal Cni. Quasi, perché ad esempio gli Ordini di Belluno, Treviso e Venezia non hanno ritenuto opportuno ratificarlo, cosa che poi è avvenuta nel 2018.
La progressiva emarginazione dei Consigli di disciplina
Arriviamo così ai giorni nostri notando sia da parte del Cni che degli Ordini Provinciali una progressiva emarginazione, quasi di fastidio, dei Consigli di disciplina. Purtroppo se si vuole cambiare la Legislazione vigente, o si ha la forza di farlo (vedasi avvocati e professioni sanitarie) o se ne si deve fare una ragione ed agire di conseguenza. Nascondere la testa a struzzo non serve a nessuno.
Con la riforma del sistema elettorale per rispetto della parità di genere il CNI oltre agli adempimenti di rito (regolamenti e circolari) ha pensato bene ad emanare con apposita circolare (882 /XIX Sess. 2022) un nuovo codice etico, in realtà aggiungendo un solo comma all’articolo 20 per le trasgressioni in tema elettorale. Se si va a vedere i destinatari sono i Presidenti degli Ordini e le Federazioni, i Consigli di disciplina non sono nemmeno per conoscenza!
Si ravvede in questo una serie di problemi.
Il primo è che lo stesso CNI si presenta come Legislatore Giudicante, cosa che ha sempre dichiarato di non voler opportunamente fare, e che senza un recepimento da parte degli Ordini Provinciali il nuovo codice rimane lettera morta ovvero foriero di difficoltà oggettiva in caso di applicazione di un Collegio di disciplina.
Sarebbe opportuno quindi che prima delle candidature il nuovo codice etico sia recepito e divulgato dagli Ordini Provinciali.
Poi ringraziando il cielo, personalmente dopo il mio secondo mandato, anche se non applicabile ai Consiglieri di disciplina, non vedo l’ora di liberarmi di questo incarico delicato, fastidioso e poco considerato, per esemplificare tipo becchino.
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