Anno: XXVI - Numero 3    
Lunedì 6 Gennaio 2025 ore 14:00
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A rischio il sistema di certificazione delle invalidità

Lo Snami lancia l’allarme: no all’obbligo per i medici di medicina generale di frequentare un corso di formazione specifico per continuare a certificare gli atti legati al riconoscimento delle invalidità civili.

A rischio il sistema di certificazione delle invalidità

– “Snami esprime profonda preoccupazione per le gravi ricadute del Decreto Legislativo 64/2024, che entrerà in vigore in via sperimentale dal 1° gennaio 2025. Il provvedimento introduce l’obbligo per i medici di medicina generale di frequentare un corso di formazione specifico per continuare a certificare atti fondamentali, come quelli legati al riconoscimento delle invalidità civili e ad altre pratiche essenziali.

Angelo Testa, Presidente nazionale Snami, dichiara: “Questo decreto rischia di compromettere l’intero sistema di certificazione delle invalidità, creando un vuoto operativo che penalizzerà in primis i cittadini,

soprattutto quelli più fragili. Con l’introduzione di questo nuovo obbligo, si ridurrà drasticamente il numero di medici abilitati, lasciando molti pazienti senza risposte e allungando ulteriormente i tempi di attesa. Si tratta di una scelta che non tiene conto delle conseguenze pratiche per la popolazione e

delle difficoltà che i medici di famiglia già affrontano ogni giorno.” A fare eco alle preoccupazioni di Testa è Matteo Picerna, Vicesegretario nazionale e Presidente Snami Trieste: “Il rischio reale è quello di un blocco delle procedure di certificazione. Già oggi i medici di famiglia sono gravati da un carico burocratico insostenibile, e aggiungere un ulteriore adempimento formativo non farà che peggiorare la situazione. I cittadini potrebbero trovarsi impossibilitati ad accedere ai benefici legati al riconoscimento delle invalidità, con conseguenze gravissime per chi dipende da queste certificazioni per ottenere supporto sociale e sanitario. Questa norma è, di fatto, una penalizzazione per i pazienti e un ostacolo al

loro diritto alla salute.”

Nota – Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di Mondoprofessionisti.

 

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