Anno: XXVI - Numero 24    
Martedì 4 Febbraio 2025 ore 14:15
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Un sistema contrattuale da ripensare

Un sondaggio condotto su 1051 medici italiani.

Un sistema contrattuale da ripensare

Un sondaggio condotto su 1051 medici italiani, sia convenzionati che non convenzionati, ha evidenziato una crescente richiesta di stabilità contrattuale, in particolare tra i medici più giovani e quelli che operano nel Sud Italia.

Davide Fabbrica, responsabile centro studi Snami che ha condotto la ricerca, ci rivela i dati: “Tra i medici convenzionati, il 62% desidera mantenere il proprio contratto. Tuttavia, al Sud emerge una tendenza opposta: il 59% preferirebbe un contratto di dipendenza, una percentuale significativamente più alta rispetto al Nord e al Centro (33%).

I medici più giovani manifestano una maggiore insoddisfazione per i contratti attuali rispetto ai colleghi più anziani, evidenziando l’urgenza di una riforma contrattuale che possa rispondere alle loro esigenze.

Gli uomini sono più propensi a preferire il mantenimento del status convenzionato (66%), ma tra loro una percentuale significativa (33%) vorrebbe passare a un contratto di dipendenza. 

Nelle donne spicca invece maggiormente la volontà il passaggio ad contratto di dipendenza (40%), considerato le scarse garanzie offerte dalla convenzione, ma ancora una percentuale significativa (58%) preferisce rimanere convenzionata.”

“Questi dati confermano quanto il nostro sistema sanitario stia attraversando una fase critica,” dichiara Angelo Testa, Presidente dello Snami, “I medici italiani sono costretti a scegliere tra la flessibilità del sistema convenzionato e la sicurezza del contratto di dipendenza, senza trovare una vera valorizzazione della loro professionalità. È necessario ripensare il sistema contrattuale per andare incontro alle esigenze di stabilità, soprattutto dei giovani e delle donne, oramai prevalenti in termini di forza lavoro, e al contempo preservare l’autonomia e l’efficienza che caratterizzano il modello convenzionato.

Non possiamo ignorare il malcontento che emerge da questo sondaggio,”

conclude Testa. “È nostro dovere lavorare affinché i medici italiani possano operare in un contesto che li valorizzi e li supporti, per il bene del nostro sistema sanitario e dei pazienti.”

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