Riforma del codice degli appalti, Oice: “Aberrante l’apertura ai progetti gratis; desta perplessità la riduzione dei livelli progettuali, veicolo di varianti, riserve e incompiute”
Sono questi i principali commenti dell’Oice - l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria - sul testo del disegno di legge di riforma del codice dei contratti pubblici approvato in commissione ieri alla Camera.
Per Gabriele Scicolone, Presidente dell’Associazione di Via Flaminia, “va senz’altro apprezzato il lavoro svolto dalla commissione su temi quali l’appalto integrato dove, in accoglimento a nostre richieste, è stata introdotto il tema della qualificazione dei progettisti e della corresponsione diretta dei compensi ed è stato sottolineato l’indispensabile ruolo dell’Anac anche ai fini della definizione di contratti-tipo per i servizi tecnici. È invece del tutto incomprensibile l’apertura in tema di gratuità delle prestazioni professionali. Come si può ammettere una cosa simile e chiedere poi qualità e professionalità? I progettisti nel nostro paese continuano a subire queste vessazioni che ne frustrano il lavoro e poi ci lamentiamo che i giovani non vogliono più fare gli ingegneri e gli architetti, e non si trovano tecnici. Questo, peraltro, proprio ora che con il Pnrr ce ne è un bisogno drammatico. Senza contare che, ammettere, in casi eccezionali e previa adeguata motivazione, che si possano chiedere progetti gratis è un’aberrazione che viola espressamente una legge che lo stesso Parlamento ha votato sei anni fa, quella sull’equo compenso a tutela della dignità del progettista e di tutti i professionisti. Anche soltanto pensare che un progetto o una direzione lavori possano essere svolte gratis significa violare principi costituzionali e civilistici elementari; già gli affidamenti al prezzo più basso sono una follia, ma affidamenti gratuiti rappresentano una follia giuridica che non si comprende quale mente sana abbia potuto partorire. Chiediamo con forza che in Aula o in terza lettura si ponga rimedio a questa aberrante norma.”
L’Oice è anche assai perplessa rispetto alla riduzione dei livelli di progettazione: “la ridefinizione dei livelli ai fini della loro riduzione ci sembra veramente in controtendenza rispetto all’esigenza di avere progetti accurati e ben fatti, in ottemperanza al principio della centralità del progetto. Immaginare di arrivare ad una riduzione, “a regime” e per tutti gli interventi – non soltanto come in casi particolari come il Pnrr – significa determinare consapevolmente e scientemente le condizioni per nuove opere incompiute, varianti e aumenti di costi. L’esigenza di approfondimento del progetto per step successivi è lo standard di tutte le discipline europee e internazionali ed il motivo risiede nella tutela della qualità del progetto e questo soprattutto nell’interesse delle stazioni appaltanti. In un Paese come l’Italia, con tutti i problemi che abbiamo sul territorio, così facendo si rischia di mettere a repentaglio la sicurezza della collettività. Riteniamo invece fondamentale, visto che siamo fermi al dpr 207/2010, lavorare ad una migliore declinazione del contenuto dei livelli di progettazione, snellendoli ad esempio nel caso di progetti di minor complessità tecnica, ma la riduzione tout-court a regime è un pericolo reale per la comunità che va assolutamente evitato. Oggi il codice lascia al Rup questa possibilità; spesso viene applicata in modo non corretto e ancora più spesso al solo fine di ridurre i compensi del progettista. Non ci sembra che questa sia la strada giusta per avere progetti di qualità.”
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