Professioni non regolamentate: la certificazione accreditata a norma uni
Presentata ieri la ricerca “Le professioni non regolamentate. Il punto di vista dei professionisti”.
Promossa da Accredia e UNI, in collaborazione con ASSOTIC e Conforma, e realizzata dall’Istituto per la Ricerca Sociale (IRS), nel corso del Webinar “Voce alle Competenze. La ricerca sulla qualificazione e la certificazione accreditata dei Professionisti” organizzato da Accredia e UNI con il patrocinio del Ministero delle Imprese e del made in Italy.
Esistono attualmente circa 445.000 professionisti che non hanno un Albo o un Ordine riconosciuto per legge. Si tratta, per esempio, di wedding planner, influencer, cuochi, professionisti ICT, grafici, educatori cinofili, valutatori immobiliari, mediatori familiari e copywriter digitali. Fanno parte delle cosiddette professioni non regolamentate e, secondo gli ultimi dati Confcommercio, sono aumentati del 100% negli ultimi 12 anni e oggi sono fortemente richiesti nel mercato.
La Legge 4/2013, che costituisce il riferimento in materia di “professioni non organizzate in ordini o collegi”,
promuove, sulla base di norme tecniche UNI che definiscono requisiti, competenze, modalità di esercizio e di comunicazione agli utenti, tre percorsi di qualifica delle competenze di un professionista:
- autodichiarazione
- attestazione rilasciata dall’associazione di riferimento
- certificazione accreditata.
La certificazione secondo le norme UNI, che riguarda attualmente oltre 120 professioni, rilasciata da un Organismo competente ed imparziale accreditato secondo la UNI CEI EN ISO/IEC 17024, in Italia da Accredia, garantisce al mercato un professionista qualificato dopo un’attenta verifica dei requisiti d’accesso alle prove d’esame e alle modalità di svolgimento delle stesse.
Dallo studio realizzato da IRS, che ha riguardato in particolare oltre 4000 persone appartenenti a tre tipologie di professionisti (tributarista, amministratori di condominio e periti liquidatori assicurativi) emerge che a scegliere la via della certificazione accreditata secondo norma UNI sono principalmente i professionisti più affermati. Dopo alcuni anni di attività, questi decidono di far certificare le proprie competenze da un organismo accreditato, principalmente per ottenere un maggiore riconoscimento su scala nazionale e internazionale (45% dei tributaristi e 33% degli amministratori di condominio).
La certificazione accreditata secondo norma UNI è dunque percepita come uno strumento di differenziazione che, per le sue caratteristiche, permette un riconoscimento anche oltre i confini nazionali e rappresenta, allo stesso tempo, un criterio di selezione ulteriore per il cliente che sceglie di avvalersi di un professionista le cui qualifiche siano state valutate.
Anche per questi aspetti, spesso sono le stesse Associazioni di riferimento a consigliare la certificazione. Lo è per il 76% degli amministratori di condominio intervistati che ha dichiarato di aver deciso di affiancare la certificazione accreditata secondo a norma UNI all’attestazione perché fortemente raccomandato dall’Associazione di riferimento. Stessa cosa per il 72% dei tributaristi.
Attualmente sono 86 gli Organismi di certificazione accreditati e circa 120 le figure professionali per cui è possibile richiedere la certificazione accreditata a fronte di una norma UNI.
“La Legge 4 ha introdotto una via virtuosa per qualificare i servizi professionali alle imprese e ai cittadini, grazie a un modello che consente di ricorrere allo sviluppo di norme UNI, capace di rispondere velocemente alla rapida evoluzione delle competenze richiesta dall’innovazione della società – afferma Ruggero Lensi, Direttore Generale di UNI. Questa positiva relazione tra impianto legislativo e Infrastruttura per la Qualità Italia dovrebbe costituire un esempio da replicare in numerosi settori economici, dove le norme UNI possono qualificare prodotti e servizi a garanzia degli indirizzi previsti dalla legge”.
“La Legge 4 ha dato un forte impulso negli ultimi 10 anni allo sviluppo della certificazione accreditata volontaria, tanto che accreditiamo un numero di organismi quasi pari a quello più diffuso degli organismi per la certificazione dei sistemi di gestione per la qualità – dichiara Filippo Trifiletti, Direttore Generale di Accredia. È importante sottolineare che anche alcune professioni ordinistiche, quali ingegneri e veterinari, si stanno avvicinando a questo tipo di qualifiche per meglio dimostrare competenze specifiche, molto richieste in un mercato dove i bisogni sono sempre più complessi. La stessa tendenza la stiamo osservando in alcuni contratti collettivi, dove la certificazione accreditata di figure come colf, badanti e baby-sitter, sta trovando spazio per migliorare le condizioni di lavoro”.