Passo falso della Bicamerale che tenta di avere collaboratori gratis
Stella. Subito norme che vietino il conferimento di incarichi gratis per i professionisti
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«Non è accettabile che un Parlamento che ha recentemente approvato una mozione che riconosce il principio dell’equo compenso avalli un regolamento che prevede il ricorso a consulenti esterni a titolo gratuito». È questo il commento del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, alla bozza di regolamento della Commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario che contempla una disposizione che prevede il ricorso a collaboratori esterni a titolo gratuito, riconoscendo il solo rimborso delle spese. «Il ricorso a prestazioni professionali gratuite tra l’altro violerebbe il principio dell’equo compenso, sancito da una legge dello Stato, ma rimasto soltanto sulla carta», aggiunge Stella, precisando che «si fa ancora più pressante l’esigenza di rendere effettivo tale principio per le prestazioni rese alla P.A. e ai grandi committenti, attraverso il varo di un provvedimento ad hoc che vieti il conferimento di incarichi professionali gratuiti o il cui compenso non sia commisurato alla qualità e alla qualità della prestazione stessa. «Auspichiamo, pertanto» conclude Stella «che il Governo dia una risposta definitiva alle legittime aspettative di milioni di professionisti, garantendo la concreta applicazione di un principio richiamato chiaramente anche dalla Carta costituzionale”. “La Commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario sta tentando di introdurre, per i collaboratori esterni di cui si avvale, la possibilità di non prevederne la retribuzione, ma di riconoscere loro unicamente un rimborso spese”, ma ieri mattina “la proposta è stata sospesa solo grazie all’unico voto contrario del senatore di FdI Andrea de Bertoldi, componente della Commissione”, mentre “oggi analogo appello è stato fatto dalla deputata del Pd Chiara Gribaudo, che ha scritto alla presidente della Commissione Carla Ruocco (M5s), chiedendo di garantire l’equo compenso ai professionisti coinvolti”. Lo affermano i presidenti dell’Associazione dottori commercialisti (Adc) Maria Pia Nucera e dell’Associazione nazionale commercialisti (Anc) Marco Cuchel, secondo cui “la questione, lesiva non solo del principio dell’equo compenso, ma anche della dignità personale dei lavoratori professionisti, ci lascia sconcertati. Da una parte il Legislatore pare voler sancire il principio dell’adeguata remunerazione delle prestazioni dei professionisti, dall’altra è lo stesso Legislatore a dare prova di ignorare nel modo più assoluto le norme sull’equo compenso, dimenticando l’importanza di dover agire per garantire ai professionisti la giusta retribuzione del loro lavoro”, si legge in una nota dei sindacati. “In questi ultimi mesi a livello politico si è registrato un consenso trasversale sulla necessità di tutelare il lavoro dei professionisti, ragione in più per ritenere quello della Commissione parlamentare sul sistema bancario un grave passo falso”, ma sull’equo compenso, dicono i vertici di Adc e Anc “non vogliamo incertezze e ambiguità, e ci aspettiamo che il Legislatore agisca con coerenza e determinazione”. L’Aiga (Associazione italiana giovani avvocati) esprime in una nota “disappunto” riguardo alla “possibile adozione, da parte della Commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, di un nuovo Regolamento che, in contrasto con quello in precedenza adottato, preveda la possibilità di avvalersi della collaborazione gratuita di professionisti esterni”. La previsione contenuta nel testo, dichiara il presidente Antonio De Angelis, è “in palese contrasto con le norme in materia di equo compenso per i professionisti che il Parlamento ha approvato due anni fa, e che tutti i parlamentari affermano di voler salvaguardare. Ringrazio, perciò – prosegue – il senatore Andrea de Bertoldi (FdI) per aver preteso ed ottenuto ieri un rinvio della votazione, evitando al Parlamento una figuraccia”. L’Aiga, continua la nota, ora “auspica che la Commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario voglia rivedere il Regolamento in senso conforme alla vigente legge sull’equo compenso, nell’interesse della dignità e del decoro di tutti i professionisti”. “La possibilità che una Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario possa avvalersi di collaborazioni gratuite evidenzia, ancora una volta, lo scarso valore che si attribuisce a un’attività fondamentale come quella di consulenza svolta dai professionisti nei confronti dello Stato”. Parola del presidente della Cassa nazionale di previdenza ed assistenza dei dottori commercialisti (Cnpadc) Walter Anedda, che si esprime sulla “questione sollevata in questi giorni dal senatore di Fratelli d’Italia Andrea de Bertoldi, in merito alla bozza di Regolamento della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario”. Come Ente previdenziale, aggiunge, “la questione dell’equo compenso ci tocca da vicino, dal momento che il sostegno ai redditi dei nostri iscritti rappresenta una linea strategica delle nostre politiche di welfare, volte a supportare i livelli contributivi e a garantire un futuro previdenziale adeguato a tutti gli associati”, chiosa il vertice della Cassa pensionistica privata.
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