Condivisibili i principi ispiratori del codice contratti ma alcuni elementi sono da correggere
Il Consigliere Cni Domenico Condelli commenta i contenuti dell’audizione della Rpt e del Cni tenutasi oggi presso la Commissione Ambiente e Territorio della Camera
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“Gli ingegneri sostengono che il nuovo Codice dei Contratti, sebbene sia condivisibile nei principi ispiratori, contiene alcuni elementi che non funzionano e vanno corretti”. Così Domenico Condelli, Consigliere del Consiglio Nazionale Ingegneri, commenta i contenuti dell’audizione di RPT e CNI presso la Commissione Ambiente e Territorio della Camera nell’ambito dell’esame dello schema di decreto legislativo relativo al codice dei contratti pubblici.
“Non è accettabile, ad esempio, il ricorso illimitato all’appalto integrato – aggiunge Condelli -. Questo deve essere limitato alle progettazioni complesse caratterizzate da un alto contenuto tecnologico. In caso contrario verrà persa la centralità del progetto attualmente in capo alle stazioni appaltanti, che perseguono interessi pubblici. In linea col principio dell’equo compenso, inoltre, è necessario il richiamo ai servizi di architettura e ingegneria e, di conseguenza, all’obbligo di utilizzo dei parametri di riferimento per la determinazione degli importi da porre a gara. Bisogna dire, poi, che non è concepibile il subappalto dei servizi tecnici in quanto trattasi di prestazioni intellettuali.
Risulta eccessiva, infine, la richiesta dei requisiti di partecipazione che determina l’esclusione di molti professionisti dalle opere pubbliche. Per chiarire faccio un esempio. Una collega che deve partorire e resta lontana per un anno dalla professione è impossibilitata a partecipare ad un bando in quanto si prende in esame il fatturato dell’ultimo anno. Tutto questo non è accettabile”.
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