Dalle professioni tecniche un nuovo Libro bianco per l’agenda del futuro Governo
Sarà uno strumento partecipato di indirizzo su cui aprire un dialogo per le future politiche di sviluppo e innovazione del sistema Paese
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Aprire un confronto tra Governo e Professioni tecniche (600 mila professionisti) attraverso una nuova visione ‘smart’ del Paese Italia basata su quattro pilastri: sostenibilità e innovazione, rigenerazione urbana, mobilità e servizi. Sarà uno strumento partecipato e, al termine di Roma Innovation Hub, la Convention dei professionisti tecnici italiani che si è aperta oggi a Roma al palazzo dei Congressi, il Libro bianco sarà consegnato al nuovo Governo, come strumento di indirizzo su cui aprire un dialogo per le future politiche di sviluppo e innovazione del sistema Paese. Soluzioni e idee che consentano all’Italia di non sprecare questa occasione storica, utilizzando al meglio i fondi che arrivano dall’Europa. L’iniziativa promossa dal Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati e dalla Rete delle Professioni Tecniche, con il supporto del network Smart Building Italia e aperta dal saluto del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, vuole dare un contributo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del Paese posti dall’Europa, con le scadenze ravvicinate del 2030 e 2050.
Dallo sviluppo delle comunità energetiche alla definizione di un piano organico sui bonus edilizi, dalla scommessa delle” città in 15 minuti” fino alla realizzazione di una grande rete di infrastruttura digitale, queste alcune delle priorità indicate dalle Professioni tecniche. “I professionisti tecnici”, ha dichiarato Giovanni Esposito Presidente del Consiglio nazionale dei Periti Industriali, “sono al centro di questo colossale progetto di trasformazione del Paese, non più soggetti trainati, ma trainanti attraverso le diverse competenze che lo caratterizzano. Per cogliere le opportunità di ripresa dobbiamo essere dentro i processi con proposte precise e capacità di interlocuzione per far comprendere quanto le competenze tecniche possono essere strategiche nei diversi ambiti della conversione green dell’economia, della sostenibilità e della digitalizzazione”.
Proprio sul confronto tra professioni e politica si è concentrato Francesco Paolo Sisto, sottosegretario alla giustizia con delega alle professioni che ha sottolineato come “la necessità di fare rete tra Governo e professioni non possa che passare da uno scambio di competenze”.
Tra i temi contenuti nel Libro bianco -realizzato dal Comitato tecnico scientifico di RIH coordinato da Gianni Massa – il tema dello smart building, l’edificio sostenibile da ogni punto di vista. Per le professioni sarebbe opportuno riformare l’attuale sistema dei bonus avviando un piano organico e ben distribuito nel tempo. In tal senso è opportuno spingere verso lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili per contrastare la povertà energetica come ha ricordato anche il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi.
C’è poi il tema della smart city, la riqualificazione e rigenerazione, dicono infatti le professioni, passa anche attraverso l’efficientamento della mobilità cittadina, con la scommessa “delle città in 15 minuti” che presuppone una riorganizzazione dei servizi per ridare slancio alla rete dei negozi di prossimità e limitare gli spostamenti inutili. Sul tema dello smart servicies, poi, le professioni non hanno dubbi: se la pandemia e il conseguente lockdown hanno reso ancora più evidente quanto il settore dell’Ict sia un bene primario, è altrettanto fondamentale spingere sulla realizzazione delle infrastrutture digitali per aumentare la competitività del sistema imprenditoriale e recuperare il divario digitale. Infine lo smart mobility. Nel 2030, si legge nel documento delle Professioni tecniche, si stima che un veicolo su sette sarà elettrico e che saranno in circolazione in Italia 5,5 milioni di veicoli elettrici. È necessario quindi che le amministrazioni pubbliche mettano in atto politiche serie per assicurare al sistema Paese di non rimanere ai margini di questa rivoluzione tecnologica.
“Ci battiamo per incentivi edilizi ‘sostenibili e operativi’ oltre l’orizzonte del 2025, per garantire la sicurezza e la vivibilità degli edifici, per contrastare la crisi energetica sostenendo lo sviluppo del Paese“. Armando Zambrano, coordinatore di Rete delle Professioni Tecniche, difende gli incentivi edilizi indicando come “i diversi studi finora realizzati convergono nell’affermare che l’effetto moltiplicativo generato da una consistente spesa per la valorizzazione del patrimonio edilizio non solo genera crescita economica ma ha un impatto sostenibile nel medio periodo in termini di disavanzo della spesa pubblica”.
La giornata è stata anche l’occasione per consegnare il Premio Apollodoro a Federico Faggin, padre del microprocessore e di altre invenzioni che hanno rivoluzionato la tecnologia con la motivazione di aver saputo coniugare “cultura tecnica, curiosità umanistica e abilità imprenditoriale, espresse ai massimi livelli fin dalla prima occupazione in Olivetti e confermata ancor oggi attraverso la sua personalissima indagine attorno ai fondamenti dell’intelligenza umana e di quella artificiale”.
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