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Il decreto Cura Italia è frammentario, poco incisivo e con qualche scivolone istituzionale

La denuncia arriva dal Presidente dell'Int, Riccardo Alemanno: Il maxi decreto avrebbe dovuto essere suddiviso in più interventi legislativi separando quelli in ambito sanitario da quelli fiscali e di sostegno a famiglie, imprese e professionisti

Il decreto Cura Italia è frammentario, poco incisivo e con qualche scivolone istituzionale

I professionisti dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT), pur apprezzando in questo stato di emergenza lo sforzo del Governo, in merito al Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18 “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19” (c.d. Cura Italia), ne hanno evidenziato le carenze nelle disposizioni in ambito fiscale, definendole frammentarie, poco incisive e con qualche scivolone istituzionale, come la proroga biennale dei termini di accertamento. Ovviamente si spera che nel già preannunciato decreto di aprile si possa rimediare alle carenze del Cura Italia. Il Presidente dell’Int, Riccardo Alemanno, anche nome di Confassociazioni di cui è vice Presidente vicario, ha così commentato: “Il maxi decreto avrebbe dovuto essere suddiviso in più interventi legislativi separando quelli in ambito sanitario, ai quali evidentemente plaudiamo poichè intervengono laddove c’è la prima vera emergenza, da quelli fiscali e di sostegno a famiglie, imprese e professionisti. Detto ciò, al di là delle disparità tra le proroghe concesse ai contribuenti e quelle previste per i termini di accertamento di cui evidentemente si chiede una rettifica per discuterne in altro provvedimento, si evidenzia poca chiarezza nei termini di rinvio degli atti di contenzioso tributario e quelli amministrativi di precontezioso e non si comprende perché gli avvisi di irregolarità, c.d. avvisi bonari, siano esclusi dalla sospensione, inoltre si sarebbe dovuto intervenire in modo radicale sulle compensazioni dei crediti, eliminando tutti i lacci burocratici, come il divieto di poterli utilizzare prima della presentazione della dichiarazione e quello della certificazione, mantenendo un sistema di controllo attraverso una comunicazione preventiva da inviare telematicamente all’Agenzia delle Entrate ovvero il soggetto istituzionalmente deputato ai controlli.”  Un fiume in piena il Presidente Alemanno, ma che senza oltrepassare gli argini puntualizza: ” Abbiamo avuto solo oggi il testo ufficiale, per cui lo analizzeremo ancora più in dettaglio, per fornire indicazioni ai nostri iscritti così che, a loro volta , possano fornirle ai loro assistiti. Chiediamo inoltre chiarezza circa le modalità con cui i professionisti ed i lavoratori autonomi iscritti nelle gestioni previdenziali dell’Inps potranno richiedere il sostegno al reddito, perché al di là del quantum che sarà erogato su cui non vogliamo fare polemiche ma che deriverebbe dai milioni di euro versati nelle casse dell’Ente dai soggetti beneficiari, mancano le istruzioni da parte dell’Inps su come e dove presentare la domanda.” Questi i primi commenti sul D.L. Cura Italia dell’INT e di Confassociazioni, che non usano toni accesi ma evidenziano ciò che non va, ribadendo l’auspicio che le carenze possano essere colmate con prossimi decreti, d’altra parte lo stato di emergenza e di crisi prima di tutto impone di utilizzare buon senso e spirito civico. 

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