Associazione nazionale consulenti tributari (Ancot). Da 35 anni difendiamo categoria consulenti tributari
In occasione del congresso nazionale l'Ancot ha reso nota un'analisi da cui emerge che il nuovo regime forfettario è tra le cause dell'aumento del numero delle partite Iva
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“Trentacinque anni? Potrei descriverli con tanti aggettivi, tutti giusti: di certo, passano troppo presto”. Così, in un’intervista all’Adnkronos, Arvedo Marinelli, presidente dell’Associazione nazionale consulenti tributari (Ancot), in occasione del decimo congresso nazionale dell’Associazione, in corso a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno). “L’Ancot – ricorda – nasce nel 1984 per difendere una categoria, quella dei tributaristi, alla quale non erano praticamente riconosciuti diritti. Riavvolgere il nastro della memoria genera sentimenti diversi e riaffiorano tanti ricordi legati alla crescita di una realtà nata come Lapet e successivamente come Ancot. Sono innumerevoli i momenti di svolta che hanno portato l’Ancot ad essere punto di riferimento per tutti i tributaristi, “ma di certo la legge 4 del 2013 è un pilastro, un momento storico ed emozionante: scrissi, Sempre in occasione del congresso nazionale l’Ancot ha reso nota un’analisi da cui emerge che il nuovo regime forfettario è tra le cause dell’aumento del numero delle partite Iva. Rieti, Aosta e Fermo occupano i primi tre gradini del podio tenendo conto degli incrementi e solo in undici realtà provinciali si è registrato un decremento. Nell’analisi dell’Ancot, sono state evidenziate le iscrizioni di partite Iva nel primo trimestre 2019 (indicato tra parentesi l’incremento percentuale rispetto al primo trimestre 2018): Rieti 591 (32,21%); Aosta 429 (27,30%); Fermo 649 (25,05%); Cosenza 2.210 (21,96%); Reggio Emilia 1.792 (17,51%); Genova 2.832 (16,02%); Milano 14.165 (13,95%); Reggio Calabria 1.550 (11,27%); Torino 7.781 (10,97%); Campobasso 760 (10,47%). A seguire: Cagliari 1.466 (10,31%); Rimini 1.330 (9,92%); Firenze 3.654 (9,86%); Napoli 10.178 (9,65%); Roma 17.373 (9,38%); Parma 1.409 (9,22%); Bologna 3.389 (9,04%); Agrigento 1.262 (8,14%); Pordenone 805 (8,05%); Trieste 605 (7,84%); Bolzano 1.619 (7,65%); Bergamo 2.988 (7,37%); Vicenza 2.491 (7,32%); Lecco 912 (7,29%); “Nel primo trimestre del 2019 che abbiamo analizzato – ha detto Arvedo Marinelli, presidente nazionale dell’Ancot – abbiamo rilevato che ben 104.456 soggetti hanno aderito al regime forfetario, pari a più della metà del totale delle nuove aperture (53,3%), con un aumento di adesioni di ben il 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’andamento è ovviamente condizionato dalle modifiche normative introdotte con la legge di bilancio 2019, che ha elevato a 65.000 euro il limite di ricavi per fruire del regime forfetario con l’introduzione anche di alcune agevolazioni contributive per coloro che aderiscono. Tali modifiche hanno quindi avuto un duplice effetto, da un lato hanno determinato un aumento complessivo delle aperture di partita Iva, dall’altro una ricomposizione delle aperture a favore della natura giuridica ‘persona fisica’ e a sfavore delle forme societarie”. l vicepresidente dell’Ancot, Celestino Bottoni, ha aggiunto: “Sono proprio le attività professionali, in base alla classificazione per settore produttivo, il settore con il maggior numero di aperture di partite Iva (20,2% del totale), seguito dal commercio con il 17,8% e dalle costruzioni (9,1%). Un altro dato che appare interessante l’incidenza pari al 14,7% delle aperture operato da un soggetto nato all’estero”.
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