Negativa la riapertura dei termini del concordato
Il presidente Cataldi: “Poca attenzione verso le proposte dei Giovani Commercialisti”.
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“Riteniamo la decisione di riaprire i termini per l’adesione al Concordato Preventivo Biennale non condivisibile e controproducente, ma anche irrispettosa verso i professionisti coinvolti. Sin dall’inizio, la normativa legata a questo strumento si è rivelata insoddisfacente per la nostra categoria, come più volte l’Unione ha evidenziato nei mesi scorsi. Nonostante le reiterate richieste di proroga avanzate, il Governo ha respinto ogni proposta, costringendo i professionisti a rispettare la scadenza del 31 ottobre e invocando l’assenza di tempi tecnici, misteriosamente resisi disponibili con la proposta della riapertura al 12 dicembre. Una scelta che mina la fiducia tra Fisco e professionisti e dimostra ancora una volta la disorganizzazione che caratterizza l’approccio normativo, rendendo difficoltosa la programmazione del lavoro e compromettendo la qualità del servizio che i professionisti offrono ai propri clienti. Ciò non solo ostacola chi contribuisce a garantire trasparenza e correttezza nel rapporto con l’Amministrazione finanziaria, ma mette anche in discussione l’efficacia della tanto decantata semplificazione fiscale”. Lo afferma Francesco Cataldi, presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.
“A fronte delle ripetute promesse di dialogo e semplificazione, l’apparato governativo continua a penalizzare chi opera in prima linea, costringendo i commercialisti a fronteggiare decisioni tardive e incoerenti che si traducono in ridondanza di attività e stress nella gestione del lavoro e dei rapporti con i clienti”, spiega Cataldi.
“Quanto alle maggiori risorse derivanti dalla riapertura dei termini, i nostri dati suggeriscono che l’effetto sarà solo temporaneo e scaturirà dall’adesione alla sanatoria, poiché l’accordo in senso stretto con il fisco avrà nel complesso un impatto negativo per le entrate erariali. I contribuenti che hanno aderito, infatti, sono per la maggior parte quelli che prevedono una crescita esponenziale del proprio fatturato e reddito. Ciò significa che, sebbene oggi paghino qualcosa in più, l’Erario finirà per incassare meno di quanto avrebbe potuto ottenere a regime”.
Cataldi rimarca: “Quanto all’utilizzo mirato delle risorse aggiuntive, riteniamo fondamentale che una parte delle stesse, benché non strutturali, possa essere destinata a favore delle proposte avanzate dalla categoria dei commercialisti, che ha sopportato il maggiore peso operativo per garantire l’adesione al Concordato Preventivo Biennale. Tra queste, in particolare, proponiamo di destinare delle risorse per l’adeguamento dei compensi per le liquidazioni giudiziali, soprattutto per quelle con attivo non capiente, attualmente ferme ad una cifra irrisoria di 811,35 euro; l’estensione del regime di flat tax sostitutiva per le piccole aggregazioni professionali; agevolazioni fiscali per gli incarichi di temporary management che favoriscano il miglioramento delle performance aziendali. Queste misure, apprezzate trasversalmente e caratterizzate da una copertura finanziaria limitata, avranno un impatto positivo non solo sui redditi dei giovani professionisti ma anche sul tessuto imprenditoriale, contribuendo nel lungo periodo a una maggiore efficienza del sistema fiscale e a un incremento delle entrate per l’Erario”.
Ufficio Stampa U.N.G.D.C.E.C.
Nota – Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di Mondoprofessionisti.
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