Il concordato non gravi su di noi
Ungdcec propone l'onorario minimo per clienti dei professionisti.
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La disciplina del concordato preventivo biennale, ai nastri di partenza, “è una novità assoluta”, giacché “introduce, a carico dei contribuenti, lo svolgimento di nuove attività che, nella quasi totalità dei casi, saranno delegate e, dunque, gestite negli studi dei dottori commercialisti”, categoria che “avrà la necessità di adeguare i software per la gestione e l’esecuzione” dei servizi per “il calcolo di convenienza circa l’adesione, o meno” all’istituto.
Lo scrive il presidente dell’Ungdcec, Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili Francesco Cataldi, spiegando che “ciò vorrà dire, per i commercialisti, ridurre ulteriormente la marginalità della consulenza fiscale, già molto in ribasso negli ultimi anni, in controtendenza con le sempre più elevate competenze richieste” ai professionisti.
Il sindacato, perciò, “ha deciso di fornire indicazioni circa gli onorari da applicare per la gestione del nuovo adempimento, che deve essere remunerato agli studi professionali, non potendo essere incluso nelle ordinarie attività contrattualizzate”.
Il consigliere dell’Ungdcec Sebastiano Zanette spiega che “gli onorari per la gestione complessiva del concordato preventivo biennale proposti sono: per il contribuente forfetario, un minimo di 150 e un massimo di 300, per i soggetti Isa, minimo di 350 e massimo di 1.000 euro. Nella redazione degli onorari consigliati, abbiamo tenuto conto delle differenze tra contribuenti forfetari e non, ipotizzando le ore di lavoro necessarie per la gestione delle fasi di raccolta dati ed elaborazione delle simulazioni di convenienza. Non può non essere sottolineato, infatti, che l’adempimento non è una mera compilazione di un nuovo prospetto nell’ambito del dichiarativo del cliente, bensì un’attività professionale a valore aggiunto”, termina la nota dei giovani dottori commercialisti.
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