Anno: XXV - Numero 235    
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Visuristi. Il futuro della categoria incerto se il governo non prende provvedimenti

Mario Bulgheroni, presidente di Avi manifesta in una lettera al governo le difficoltà che stanno attraversando i visuristi a causa dell’emergenza Covid19

Visuristi. Il futuro della categoria incerto se il governo non prende provvedimenti

“A tutela del futuro della nostra categoria ho scritto, in rappresentanza della nostra associazione, una lettera indirizzata al premier Giuseppe Conte, al ministro dell’Economia e delle finanze Roberto Gualtieri, al direttore generale dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, al direttore generale dell’Agenzia delle Entrate divisione Servizi Paolo Savini e al responsabile centrale servizi Catastali, cartografici e di pubblicità immobiliare Marco Selleri per manifestare le difficoltà che stanno attraversando i visuristi a causa dell’emergenza Covid19 con le relative chiusure degli uffici di nostra pertinenza”. Lo ha dichiarato in una nota Mario Bulgheroni, presidente di Avi, Associazione professionale esperti visuristi italiani e presidente di Confassociazioni imprese e consumatori.  “Una categoria la nostra – ha proseguito Bulgheroni – direttamente o trasversalmente legata al settore delle esecuzioni immobiliari e fallimentari (siamo ausiliari dei giudici), bancario, immobiliare, legale e notarile per cui in mancanza di provvedimenti seri, quale il disporre, in maniera adeguata, l’apertura dei relativi uffici provinciali dell’Agenzia così da permettere a noi visuristi l’accesso alla consultazione dei registri immobiliari e al catasto, non abbiamo un futuro roseo, anzi soffriremo di un grave ed irrecuperabile default economico che si riverserà su altri settori, in primis quello immobiliare. Nella missiva – ha ricordato Bulgheroni – ho sottolineato proprio la non uniformità dei comportamenti dei vari uffici pubblici, in particolar modo quelli degli uffici delle conservatorie e del catasto gestiti dai singoli direttori provinciali che, avendo adottato durante questo periodo di grave emergenza sanitaria iniziative disomogenee tra le varie province, hanno reso impossibile all’associazione richiedere un coordinamento. A tutto ciò si aggiunge, per le stesse problematiche, il difficile raggiungimento anche degli uffici centrali. La nostra richiesta – ha sottolineato – non è l’ottenere un contributo economico ma il ripristino delle condizioni per poter lavorare, ovvero l’apertura omogenea sul territorio nazionale degli Uffici territoriali in tempi stretti e con orari adeguati. Anche se semplice e forse banale una linea guida unica per il territorio nazionale, relativa alle aperture, potrebbe aiutare non solo gli stessi uffici (che avranno orari uguali sul territorio nazionale) e noi professionisti del settore (che potremmo lavorare in maniera adeguata) ma anche tutti coloro che necessitano delle nostre competenze.  Siamo ben consapevoli – ha ammesso – di quanto c’è da fare per ripristinare le aree ad uso pubblico ma sanificazione, gestione degli spazi per evitare assembramenti, organizzazione del lavoro, è un compito al quale tutti noi, per dovere verso gli altri e diritto verso la nostra persona, siamo chiamati a svolgere. Per questo riteniamo giusto che anche tutti gli uffici provinciali si impegnino ad aprire gli spazi organizzati, sanificati e con adeguati orari di accesso”. “Con tali suggerimenti – ha ribadito Bulgheroni – non vogliamo certo avere l’arroganza di aver presentato immediatamente la soluzione vincente, anzi siamo consapevoli che le nostre sono solo suggestioni tecniche. Ovviamente se gli organi istituzionali, e in particolar modo, l’Agenzia delle Entrate, riuscissero ad individuare un’altra modalità di legittima e più facile operatività ne saremmo felici. Essenziale che la problematica sia affrontata con estrema urgenza al fine di consentire la continuità di servizi essenziali per la società e la sopravvivenza di un settore professionale”.

 

 

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