Aggressioni ai medici, il dibattito resta aperto.
Enpam raccoglie le reazioni dei medici.
All’l’ente di previdenza dei medici sono giunte le razioni dei medici dopo l’emissione del decreto-legge contro la violenza negli ospedali. Li ringraziamo del loro contributo a questo dibattito.
Basta con i luoghi comuni ideologici
Leggo con disappunto “no alla militarizzazione”. E perché non attuare questa drastica risoluzione, sperando che sia utile? Per stupide e anacronistiche ideologie? L’attività medica ospedaliera è fondamentale. Sicuramente sono necessarie soluzioni educazionali a lungo termine, ma proteggere l’atto medico con ogni disposizione emergenziale possibile non deve essere scartata a priori per luoghi comuni ideologici. In Italia c’è solo approssimazione e incapacità di affrontare i problemi con buon senso, praticità e decisionismo.
Maurizio Matarese
Basta retorica, proteggiamo anche i medici
Ma basta retorica, basta buonismo. Il medico ha tanti doveri ma almeno lasciamogli il diritto di non rimanerci, né ferito né morto né umiliato. I giudici sbagliano come e più dei medici ma nessuno osa toccarli. È perché sono protetti da qualche pozione magica? O perché i sistemi che garantiscono la loro incolumità funzionano? Allora chiamatela come volete ma applicate le stesse regole per chi lede l’incolumità tanto dei medici quanto dei giudici.
- N.
Ho lavorato sempre in Urgenza e per 42 anni, quindi ho contezza del problema. La soluzione è lunga e non tempestiva. Gli Ordini, laddove sono effettivamente presenti, hanno l’obbligo di farsi carico di un’educazione civica dei “clienti” nei confronti dei colleghi. Da un lato poi, quelli che hanno contatto con la gente devono recuperare rispetto, dall’altro devono finire i convegni elogiativi, di qualunque natura e livello, del nostro saper fare che inculcano ai cittadini l’idea dell’immortalità. Manca il rispetto in famiglia, a scuola, nella politica, non c’è rispetto per la magistratura, per la politica e per i medici. Bisogna riappropriarsi di questo e non con la certezza delle pene, ma con l’esempio. Saprete farlo? Ho molti dubbi, perché ognuno pensa: se non toccano me ma Ippocrate cosa me ne importa? Siamo stati sempre una categoria mai unita, nemmeno su problemi valoriali per tutti.
Giancarlo Ionta
Non c’è più empatia
Leggendo la lettera inviata dal collega Valeri, prendo spunto non solo per assecondare la sua proposta di ascoltare anche l’altra campana, ma posso io stesso testimoniare in prima persona l’atteggiamento oramai passivo e totalmente insensibile dei colleghi al pronto soccorso. Purtroppo, vuoi per il Covid, vuoi per gli stipendi poco adeguati, c’è una totale noncuranza dei pazienti e dei loro familiari. Ripeto, io stesso, per mio padre portato in urgenza al pronto soccorso, a un certo punto, ho perso la pazienza. In due tempi diversi e in due ospedali diversi, per cui deduco che, oramai, è proprio un atteggiamento dei colleghi. Dovrebbero tornare ad avere quel minimo di empatia e rendersi conto che di fronte hanno sia il paziente che la sua famiglia.
Guido Del Prete
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