Cartelle, arriva il condono: ecco chi riguarda e cosa occorre fare
La grande attesa è destinata a terminare nelle prossime ore. Con la messa a punto del decreto legge Sostegni, atteso in Consiglio dei ministri domani, il Governo scioglierà anche gli ultimi dubbi sul condono delle cartelle esattoriali.
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Un condono che dovrebbe comportare la cancellazione automatica di molti dei debiti affidati all’agente della riscossione tra il 2000 e il 2015. Tra le ipotesi che circolano quella più accreditata al momento è che non dovranno più pagare nulla i contribuenti che avevano debiti residui (comprensivi di contestazione iniziale, sanzioni e interessi) fino a 5mila euro.
Una volta entrata in vigore la norma e se il Governo confermerà le intenzioni di tagliare drasticamente il magazzino degli arretrati dell’ex Equitalia, il contribuente non dovrà fare nulla. Se i debiti rientrano nella sanatoria, sarà la stessa amministrazione finanziaria a cancellare le pendenze di cittadini, imprese e professionisti. Con l’ipotesi della soglia a 5mila euro, l’Esecutivo si accinge a mandare al macero 61,5 milioni di vecchie cartelle per un controvalore di 70 miliardi di euro.
All’apparenza potrebbe apparire come una cifra enorme. In realtà si tratterebbe di appena il 7% del magazzino di agenzia delle Entrate-Riscossione (Ader) che attualmente ammonta a quasi mille miliardi. Un numero in cui però, come più volte ribadito davanti al parlamento dal numero uno di Entrate e Ader Ernesto Maria Ruffini, c’è un’elevattisima quota di importi non più recuperabili perché intestati a soggetti defunti, falliti o nullatenenti.
Non dovendo presentare una domanda per la cancellazione, al momento non sembra prevista neanche una comunicazione da parte di Agenzia Riscossione che il debito è stato definitivamente cancellato. Anche per evitare di continuare a pagare, considerando il fatto che nessuno degli importi già versati sarà restituito, il contribuente potrà verificare la propria situazione debitoria all’interno dell’area riservata di agenzia Entrate-Riscossione. Il rispettivo estratto conto indicherà se il debito è stato definitivamente stralciato.
Attenzione alle facili speranze. Sebbene il numero di cartelle definitivamente cancellate dovrebbe essere il doppio del mini-condono fino a mille euro della pace fiscale 2018, i termini di riferimento riguardano – almeno secondo le prime ipotesi circolate – i carichi affidati dal 2000 al 2015. Quindi questo significa che conta la data in cui il debito è stato consegnato nelle mani dell’ex Equitalia e non l’anno in cui è avvenuta la prima contestazione o l’anno d’imposta di riferimento. Tanto per intendersi, un debito d’imposta relativo a una delle ultime dichiarazioni dei redditi presentate non sarà interessato da questa sanatoria.
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