La gestione del lavoratore in CIG
Nell’approfondimento della Fondazione Studi CdL compatibilità e cumulabilità tra integrazione salariale e nuova attività lavorativa e obblighi
In evidenza

I lavoratori che fruiscono degli ammortizzatori sociali possono svolgere contemporaneamente altre attività lavorative, senza perdere i diritti correlati al rapporto di lavoro in essere, secondo quanto previsto dal comma 2 dell’art. 8 del D.Lgs. n.148/2015. Il tema, alla luce dell’aumento diffuso dei trattamenti di cassa integrazione previsti dalla normativa emergenziale scaturita dall’epidemia da Covid-19, è al centro dell’approfondimento del 26 aprile 2021 della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, in cui vengono analizzate le principali circostanze secondo cui si ritiene ammissibile la totale cumulabilità della remunerazione collegata alla nuova attività con l’integrazione salariale, insieme ad una panoramica sui casi laddove si registra una parziale cumulabilità o una piena incompatibilità. Nella parte conclusiva del documento anche un focus sui casi in cui vige l’obbligo di comunicazione preventiva a carico del lavoratore chiamato a svolgere l’attività lavorativa, al fine di evitare la decadenza dal diritto al trattamento di integrazione salariale, e del datore di lavoro.
Altre Notizie della sezione

A tutti i miei lettori, gli auguri per una serena Pasqua!
18 Aprile 2025La “sorpresa” dell’uovo di Pasqua 2025 è l’intendimento del Governo di indirizzare i risparmi delle famiglie italiane e il patrimonio accumulato dalla Casse di previdenza e dai Fondi pensione a sostegno delle Pmi italiane.

Trump va allo scontro con Harvard e i suoi seguaci.
17 Aprile 2025Il presidente insulta l'ateneo ("è una barzelletta") e il corpo docenti ("cervelli di gallina") e ribadisce lo stop ai fondi federali.

L’Antitrust punta i riflettori sul mondo degli avvocati.
15 Aprile 2025L’Antitrust ha aperto un nuovo procedimento contro il Cnf in materia di concorrenza e pubblicità su internet per la mancata ottemperanza al precedente provvedimento sanzionatorio del 22 ottobre 2014 (provvedimento n. 25154) ed a seguito del quale era stata irrogata una sanzione al Consiglio Nazionale Forense da quasi un milione di euro.