Anno: XXV - Numero 214    
Giovedì 21 Novembre 2024 ore 13:20
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Le nuove tasse della manovra

Interventi per 31 miliardi e nessun aumento dell’Iva

Le nuove tasse della manovra

La manovra per il 2020 vale oltre 31 miliardi. La componente più importante è quella relativa al disinnesco delle clausole di salvaguardia, che avrebbero fatto aumentare iva e accise per un valore di circa 23 miliardi. L’elenco delle micro tasse è composto soprattutto da interventi denominati plastic tax, sugar tax, tassa sulla fortuna, Robin tax e stretta sulle auto aziendali. Nel caso delle vetture concesse come fringe benefit l’aumento della tassazione, dopo le prime ipotesi e lo scontro all’interno della maggioranza, è stato rivisto quasi azzerandone gli effetti. Anche le nuove tasse su bevande zuccherate e su imballaggi e contenitori in plastica sono state ammorbidite in termini di prelievo (la plastic tax, per esempio, garantirà 140 milioni nel 2020, ma doveva assicurare inizialmente 1 miliardo). Il governo dopo una serie di vertici di maggioranza ha stabilito di farle scattare con maggiore gradualità, introducendole nel corso del 2020, anziché dal 1° gennaio. La tassa sulla fortuna è di fatto una stangata con un prelievo del 20% sulle vincite al gioco superiori a 500 euro, e compensa con i suoi 308 milioni di gettito la necessità di non stringere troppo su sugar e plastic tax. Aumenta al 27,5% l’addizionale Ires a carico dei concessionari attivi nel settore trasporti.

Il giro di vite per i produttori di imballaggi e contenitori in plastica scatterà dal prossimo 1 luglio. La cosiddetta plastic tax prevede un prelievo fiscale di 0,45 centesi-mi su ogni chilogram-mo (in prima battuta era di 1 euro su ogni chilogrammo), riguardando tra l’altro anche i prodotti in tetrapack. In base alle ultime stime la nuova tassa dovrebbe garantire un gettito di circa 140 milioni di euro nel 2020, mentre dall’anno successivo la relazione tecnica alla legge di Bilancio si attende 521 milioni, destinati a scendere a quota 462 milioni e 395 milioni, rispettivamente nel 2022 e nel 2023.

Slitta l’imposta sulle bibite zuccherate

Dopo la raffica di proteste dei produttori di succhi e drink analcolici il governo ha scelto di rivedere la sugar tax. Ma la tassazione sulle bevande zuccherate resta e scatterà dal prossimo ottobre, con un valore di 0,10 euro al litro e 0,25 euro al chilo. La dilazione si farà sentire in termini di gettito atteso. La tassa avrebbe dovuto garantire 233 milioni di euro, lo slittamento riduce l’incasso a 58 milioni, mancheranno dunque circa 175 milioni, in parte recuperati con la stangata sui giochi. Resta la preoccupazione dei produttori di analcolici che lamentano anche l’effetto della plastic tax: molti soft drink sono confezionati in plastica.

Una stretta sulla fortuna Il prelievo del 20%

Il governo ha scelto di tassare la fortuna. Tra le nuove imposte figura la stretta sui giochi: dal prossimo 1 marzo scatta il prelievo al 20% sulle vincite oltre i 500 euro. L’entrata prevista per le casse dello Stato è pari a circa 308 milioni. La tassa riguarda anche le vincite alle lotterie istantanee come i Gratta e Vinci. Per le new slot, le Vlt analogo aumento del prelievo al 20% sopra i 200 euro, ma la novità scatta dal 15 gennaio. Cambiano anche il Preu (prelievo erariale unico) e il payout per le varie slot, cioè la percentuale di somme giocate destinate alle vincite. Con le nuove tasse sui giochi il governo copre almeno in parte la revisione di sugar e plastic tax.

Concessionari, l’aumento del 3,5% della robin tax

Dopo una serie di stop and go il governo ha scelto di ridurre il peso delle micro-tasse (plastic tax, sugar tax e auto aziendali), optando per un aumento dell’addizionale Ires solo per alcune categorie di imprese. Rispetto alla versione originaria della norma la platea dei concessionari è stata insomma ridotta. È così arrivato il balzello del 3,5% sulla robin tax, che passa per alcuni concessionari pubblici dal 24 al 27,5%. L’addizionale si applicherà nel triennio 2019-2021 e i destinatari del prelievo maggiorato sono stati circoscritti al settore dei trasporti (ai titolari, dunque, di concessioni su autostrade, porti, aeroporti e ferrovie).

Iva ferma, ma nel 2021 serviranno 20,1 miliardi

L’intervento per sterilizzare l’aumento dell’Iva (imposta sul valore aggiunto) è stato fin da subito un cardine della legge di Bilancio. Anche perché indicato come ragion d’essere del governo Conte 2, dopo la rottura estiva dell’alleanza tra la Lega di Salvini e il M5S. La manovra azzera dunque le «clausole di salvaguardia» per il 2020 per un valore pari a 23 miliardi di euro, cioè a dire l’importo necessario a impedire che dal prossimo primo di gennaio scattino gli aumenti dell’Iva e delle accise già decisi per legge. L’operazione però si limita al solo 2020. Il governo anche nei prossimi anni si troverà a fronteggiare con la manovra autunnale la necessità di evitare gli aumenti di iva e accise. L’opzione di azzerare le clausole richiederà di trovare risorse pari a 20,1 miliardi nel 2021 e 27,1 miliardi nel 2022. Le cifre, del resto, sono quelle indicate nelle tabelle della relazione tecnica aggiornata del maxiemendamento. La nuova clausola di salvaguardia prevede aumenti Iva per 18,9 miliardi nel 2021 e 25,4 miliardi nell’anno seguente, mentre le accise dovrebbe crescere di 1,2 miliardi nel 2021 e 1,6 miliardi nel 2022.

Fondi e sconti con un occhio al sociale

Più soldi per i lavoratori con i redditi più bassi, ma anche sgravi fiscali per le imprese che fanno innovazione. E poi assunzioni con sgravi contributivi per i più giovani e aiuti alle famiglie con figli piccoli e alle persone disabili. Per imprese e dipendenti l’intervento più massiccio, con 3 miliardi di euro per ridurre il cuneo fiscale Ma sono previsti aiuti anche per i lavoratori di imprese in crisi che decidono di creare una cooperativa o rilevare l’attività. Ci saranno più assunzioni nella sanità con la stabilizzazione dei precari e più borse di studio per le specializzazioni per coprire la carenza ormai cronica di medici specializzati. Ma anche sul sociale sono molti gli interventi decisi. La gratuità totale o parziale dei nidi per le famiglie a reddito basso ad esempio si accompagna alla realizzazione di nuovi asili nelle zone più disagiate e a nuove assunzioni per insegnanti delle scuole dell’infanzia. Nuovi posti in organico anche per i prof di sostegno, per aiutare gli studenti disabili. Per le persone con disabilità viene creato un fondo ad hoc e aumentano a 31 milioni di euro i fondi per le borse di studio per l’università. Confermati assegni famigliari e bonus bebé e 4 milioni di euro l’anno per il piano contro la violenza sessuale e di genere.

Energia e gas: salta lo slittamento del mercato libero

Salta il rinvio della proroga della liberalizzazione del mercato dell’energia libera: la norma, che faceva slittare la fine del mercato tutelato al gennaio 2022, è stata giudicata inammissibile per estraneità di materia dalla presidenza del Senato. Quindi si torna alla data del primo luglio 2020 entro la quale i consumatori dovranno scegliere il fornitore di gas ed elettricità in base alla migliore tariffa offerta dal mercato e non più fissata dall’Autorità pubblica (Arera). Ma non tutto è compiuto. Lo slittamento, voluto dai Cinque Stelle per preparare meglio il passaggio al mercato libero, potrebbe quindi rientrare dalla finestra con un decreto ad hoc.

 Cuneo fiscale: più soldi in busta paga per i redditi medio-bassi

Arrivano più soldi in busta paga per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi. Da luglio scatta infatti il taglio del “cuneo fiscale”, la differenza tra retribuzione lorda e netta, cioè tra quanto percepito dal lavoratore e quanto effettivamente versato dal datore di lavoro. Con la legge di Bilancio arriva un Fondo con 3 miliardi di dotazione per il 2020 e 5 miliardi l’anno a partire dal 2021, ma i meccanismi di erogazione e la platea dei beneficiari dovranno essere definiti da successivi provvedimenti. In ogni caso il bonus è riservato ai lavoratori dipendenti, e quasi certamente riguarderà chi guadagna meno di 35 mila euro annui. Per questi ultimi il taglio, che si somma al bonus Renzi di 80 euro al mese, dovrebbe valere fino a mille euro l’anno per i lavoratori con i redditi. E potrebbe essere corrisposto in un’unica rata. Con la manovra arrivano anche nuovi sgravi contributivi per l’assunzione dei giovani apprendisti. Per le piccole e medie imprese che stipuleranno un contratto di apprendistato nel 2020 è prevista l’esenzione totale dei contributi previdenziali per tre anni.

Imprese 4.0: Investimenti, gli sgravi su ricerca e tecnologia

Sgravi sugli investimenti per i beni strumentali, per investimenti in ricerca, per materiali tecnologici, per la formazione del personale e per altre attività innovative: la nuova Impresa 4.0 prevede oltre un miliardo di euro di credito d’imposta rivolto alle aziende che innovano. Il vecchio iper e super ammortamento viene quindi trasformato. Il pacchetto prevede un credito d’imposta fino al 40% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, che scende al 20% fino ai 10 milioni. Solo di sgravi per l’acquisto di beni strumentali sono previsti 512,40 milioni di euro nel 2021, che salgono a 640,50 nel 2022. E 408,20 (510,20 nel 2022) per i beni materiali tecnologici.

Asili nido e scuole, stanziati 300 milioni

Più asili nido e scuole dell’infanzia. Con la manovra vengono stanziati 300 milioni di euro fino al 2023 per la costruzione ma anche la ristrutturazione e messa in sicurezza degli istituti per i più piccoli, con «priorità» nelle aree svantaggiate e nelle periferie urbane. Alle famiglie viene destinato circa un miliardo per il 2020 tra assegni familiari e bonus bebè. Viene istituito un Fondo per la disabilità e la non autosufficienza da 79 milioni di euro per il 2020, che diventano 200 nel 2021 e salgono a 300 dal 2022. Previsti 1.000 posti in più sull’organico di diritto per i prof di sostegno. E 12,5 milioni per le scuole d’infanzia paritarie che accolgono alunni disabili.

Spese sanitarie: detrazioni senza limiti di reddito. Bonus latte artificiale per le neomamme

Viene confermata la detrazione al 19 per cento delle spese sanitarie e la norma vale per tutti senza limiti di reddito. In un primo momento la stretta escludeva i bonus fiscali per i redditi più alti, tranne le spese sanitarie per patologie gravi. L’emendamento poi è stato cancellato. Alle neomamme che non possono allattare sono riconosciuti fino a 400 euro l’anno per l’acquisto di latte artificiale fino al sesto mese del neonato. Saltata perché inammissibile la commercializzazione gratuita dei farmaci in eccedenza destinata alla solidarietà sociale. E per i medici specialisti ci sono 1.200 borse di specializzazione in più.

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