Le tre flat tax in Legge di Bilancio, come funzionano
Partite Iva con flat tax ordinaria fino a 85mila euro e incrementale fino a 40mila euro di reddito, dipendenti con tassa al 5% sui premi di produttività.
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Ci sono tre flat tax in questa manovra, ha spiegato il premier, Giorgia Meloni, illustrando la legge di Bilancio che il Consiglio dei ministri ha approvato lo scorso 21 novembre. In realtà, le flat tax sono due, ovvero l’aumento della tassa piatta già applicata, con il tetto di reddito che passa a 85mila euro, e l’introduzione della cosiddetta flat tax incrementale, che si applica sempre alle partite IVA sull’aumento di entrate rispetto al triennio precedente. La terza misura a cui la premier si riferisce è l’abbassamento dell’aliquota del premio di produttività ai dipendenti, che scende al 5 per cento. Vediamo nel dettaglio quali sono le prime indicazioni su queste misure.
Flat tax ordinaria fino a 85mila euro
Legge di Bilancio 2023: tutte le misure approvate 22 Novembre 2022 Il perimetro applicativo per utilizzare l’aliquota sostitutiva al 15% sale da 60mila a 85mila euro. Per il resto, la regole restano quelle attuali: la flat tax si applica al fatturato moltiplicato per un determinato coefficiente, che cambia a seconda dell’attività esercitata.
Prima di applicarlo, si deducono i contributi previdenziali (non sono possibili altre deduzioni o detrazioni). Sul risultato che si ottiene si applica l’aliquota del 15%, ottenendo l’importo della tassa da pagare. Tuttavia, e questa è una novità della Legge di Bilancio 2023, nel momento in cui si sfora il tetto annuo di 100mila euro, si applica da subito la tassazione ordinaria.
Flat tax incrementale
La flat tax incrementale è una novità: prevede un’aliquota sostitutiva del 15% applicata alla quota di reddito eccedente il fatturato abituale delle Partite IVA, prendendo a riferimento quello massimo raggiunto nel triennio precedente.
L’aliquota agevolata si applica fino ad un tetto di 40mila euro, con una franchigia del 5% di sforamento rispetto al fatturato abituale che restringe ulteriormente il campo applicativo. E’ destinata alle sole Partite IVA, e si applica all’aumento di reddito rispetto al picco raggiunto nei tre anni precedenti. Quindi, per fare un esempio, se il picco di reddito del triennio precedente è stato pari a 25mila euro, e il reddito 2023 sarà pari a 40mila euro, la flat tax incrementale si applica sulla somma di 15mila euro. Sui 25mila che restano, invece, si continua ad applicare la tassazione ordinaria.
Come detto, la norma prevede un limite di 40mila euro, e una franchigia del 5%. Qui, per capire esattamente il meccanismo, bisogna attendere di conoscere il testo nel dettaglio. In linea di massima, comunque, il meccanismo è il seguente: per poter applicare l’aliquota agevolata del 15% la variazione di reddito deve essere superiore al 5%. In caso contrario, si applica all’intera somma la tassazione ordinaria. La flat tax incrementale in ogni caso non si può utilizzare se il reddito è superiore a 40mila euro.
Detassazione premi di produttività
Il premio di produzione (diverso dal fringe benefit) riguarda i dipendenti: la tassazione agevolata, attualmente al 10%, viene dimezzata al 5%. Se non subentrano ulteriori novità, l’agevolazione si applicherà esclusivamente ai lavoratori che guadagnano fino a 80mila euro annui, su un massimo di 3mila euro di premio di produttività.
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