Anno: XXV - Numero 235    
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Lettere compliance Agenzia delle Entrate grave strumento intimidatorio

UngdcecLo dichiarano in una nota congiunta Francesco Cataldi, presidente dell’Ungdcec, Edoardo Ginevra, presidente dell’Aidc, e Maria Pia Nucera, presidente dell’Adc.

Lettere compliance Agenzia delle Entrate grave strumento intimidatorio

“I recenti invii di lettere da parte dell’Agenzia delle Entrate non favoriscono la compliance fiscale, ma generano confusione e preoccupazione tra i contribuenti. Si tratta di comunicazioni prive di reale contenuto tecnico-informativo, che provocano timori tra i cittadini e impongono ai commercialisti attività di assistenza a basso valore aggiunto, spesso difficilmente retribuibili”. Lo dichiarano in una nota congiunta Francesco Cataldi, presidente dell’Ungdcec, Edoardo Ginevra, presidente dell’Aidc, e Maria Pia Nucera, presidente dell’Adc.

“Le lettere di compliance, concepite per promuovere il corretto adempimento fiscale e favorire la trasparenza con l’Amministrazione finanziaria, sembrano diventate uno strumento intimidatorio, come dimostra l’affermazione: “L’Agenzia individua i casi anomali selezionati per le attività di controllo”. Inoltre, è sbagliato paragonare il reddito di lavoro autonomo o d’impresa a quello minimo previsto per i lavoratori dipendenti, ignorando le specificità del contribuente. Tale approccio, forse volutamente, dimentica che redditi inferiori a determinati livelli possono essere causati dalla difficile congiuntura economica del 2023, ancora in corso”.

I presidenti dei sindacati criticano anche il metodo utilizzato dall’Agenzia: “L’invio massivo di comunicazioni generiche contrasta con l’obiettivo dichiarato di migliorare il rapporto tra fisco e contribuente. Queste lettere sembrano piuttosto un’ulteriore pressione per promuovere l’adesione al Concordato Preventivo Biennale, strumento che non ha riscosso il successo sperato. Da tempo abbiamo evidenziato le sue criticità e offerto il nostro supporto per avviare un confronto costruttivo, ma finora senza esito.

Contribuenti e commercialisti hanno già valutato con attenzione l’opportunità di aderire al concordato preventivo biennale, e non saranno certo lettere dai toni inopportuni a far cambiare loro idea. Chiediamo un dialogo serio e costruttivo con l’Agenzia delle Entrate per individuare soluzioni realmente efficaci, che tutelino gli interessi di tutte le parti coinvolte. Solo così potremo offrire ai nostri clienti una consulenza fiscale puntuale e precisa, adeguatamente retribuita, senza doverci sostituire a uno psicologo per gestire l’ansia di un rapporto fisco-contribuente ancora inadeguato”.

Nota – Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di Mondoprofessionisti.

Ufficio Stampa U.N.G.D.C.E.C.

 

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