Anno: XXV - Numero 217    
Martedì 26 Novembre 2024 ore 13:30
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Medicina territoriale, pubblicato il decreto in Gazzetta Ufficiale.

Il nuovo decreto sugli standard della medicina territoriale è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale 144 il 22 giugno come DM 77. Entra in vigore il prossimo 7 luglio, con l'ok di tutte le Regioni tranne la Campania.

Medicina territoriale, pubblicato il decreto in Gazzetta Ufficiale.

Entro gennaio 2023 le regioni sono chiamate ad adeguare la loro organizzazione territoriale. Ciò implicherà trattative con i medici di famiglia, chiamati tra l’altro a discutere con la Sisac la convenzione (2019-24). Il ministero della Salute monitorerà ogni 6 mesi l’avvicinamento e il mantenimento degli standard. Le regioni a statuto ordinario inadempienti perderanno un 2-3% di finanziamento integrativo del fondo sanitario. Al breve articolato introduttivo seguono tre allegati: il testo concordato tra marzo e maggio; gli standard organizzativi analitici di Casa ed Ospedale di comunità, Centrali ospedaliero territoriali, Assistenza domiciliare ed Unità continuità assistenziale ed altri servizi; un glossario finale. Nella prima parte si sottolinea come siano “prossimità” sia l’avvicinarsi dell’assistenza a casa sia l’avvicinarsi di servizi sanitari ospedalieri o specialistici al territorio attraverso le case della salute, una ogni 40-50 mila abitanti, dove lavoreranno anche i medici di famiglia. Tendenzialmente ad ogni cittadino corrisponderà un progetto di salute legato ad età, condizioni, bisogni e stratificato in sei livelli: persona in salute, complessità assistenziale minima, cronicità iniziale, policronicità, multimorbilità con limitazioni funzionali e fase terminale. Sulla base della stratificazione l’équipe territoriale – e il solo mmg nei casi più lievi- definirà progetti di salute “semplici” e “complessi”.

Il Distretto Asl– Guidato da un Direttore garante dei bisogni di salute della popolazione, il Distretto, uno ogni 100 mila abitanti, coordinerà i medici convenzionati, operando sia da committente sia da gestore dell’erogazione di prestazioni a rilevanza sanitaria e/o sociale. Nel distretto ci saranno le case di comunità hub -una ogni 50 mila abitanti – e spoke (già medicine di gruppo), le nuove UCA che sostituiscono le USCA, le centrali ospedaliero territoriali-Cot che regolano la presa in carico tra ospedale e territorio e viceversa, gli ospedali di comunità – 20 letti ogni 100 mila abitanti – per la cui dotazione si rinvia in gran parte all’accordo stato-regioni del 20 febbraio 2020.

CdC ed OdC – Nella casa di comunità il medico di famiglia sarà protagonista con il pediatra di libera scelta e gli infermieri, dipendenti Asl messi a disposizione dal distretto salvo che accordi regionali non modifichino le cose. Ma ci saranno anche psicologi, ostetrici, assistenti sociali e professionisti di prevenzione, riabilitazione e tecnici. Nella CdC hub orbiteranno almeno in 30-35 tra medici di famiglia e pediatri e da 7 ad 11 infermieri garantendo presenza medica 7 giorni su 7 nelle 24 ore inclusa la continuità assistenziale e ci saranno punto prelievi e specialisti. Nella casa “spoke” l’apertura sarà 6 giorni su 7, da lunedì a sabato, per “minimo” 12 ore al giorno. Gli ospedali di comunità prenderanno in carico, per non più di 30 giorni, episodi di acuzie minore, riacutizzazioni di patologie croniche, pazienti dimessi con multimorbilità e necessitanti presenza infermieristica, o cure complesse. Andrà offerta la telemedicina.

Cot, Uca, Adi, Ifoc – L’assistenza domiciliare integrata prenderà in carico il 10% dei pazienti sotto i 65 anni, intervenendo secondo 4 livelli di complessità, uno base e tre fissati da valutazioni multidisciplinari. Medici ed infermieri dell’Uca, una ogni 100 mila abitanti, assisteranno pazienti dimessi a domicilio e non gestibili dall’OdC, supporteranno l’Adi, andranno a casa dei pazienti infettivi nei focolai epidemici ed attueranno programmi di prevenzione domiciliare nelle Rsa. Tutte da definire le Cot, una a distretto con 3/5 infermieri, collaboratore infermieristico e telemedicina, che coordinano case hub e spoke, case ed ospedale e passaggi in cura dei pazienti. L’infermiere di famiglia/comunità-Ifoc, oltre ad erogare servizi infermieristici, coordinerà i servizi assistenziali, offrirà educazione sanitaria a pazienti e residenti, userà digitale e telemedicina-teleassistenza.

Il numero 116117 sarà a valenza sovra-aziendale-regionale, uno ogni 1-2 milioni di abitanti. Gestirà le urgenze vere, interfacciandosi con 118 e continuità assistenziale, e burocratiche: se manca il Mmg potrà risolvere la chiamata dando consigli od indicare al turista il medico di guardia turistica. Si disciplinano anche i servizi di cure palliative, con un’unità ospedaliero-territoriale ed un hospice da 10 letti ogni 100 mila abitanti, i consultori (1:20.000 abitanti) con ostetrica, ginecologo infermiere ma anche pediatri, psicologi, terapisti educazionali, assistenti sociali e persino avvocati, ed i dipartimenti di prevenzione Asl uno ogni 500 mila abitanti.

Telemedicina: visite assistenza consulti monitoraggi e persino riabilitazione da remoto dovranno essere diffuse in modo capillare e con sistemi operativi omogenei per ridurre le distanze tra sanitari e paziente. Sia ospedali sia CdC in ogni distretto dovranno interfacciarsi con i programmi della Pubblica Amministrazione (da Pago Pa al resto), con il sistema tessera sanitaria, con il fascicolo sanitario, con il portale Sac e quelli regionali, con i software specialistici.

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