Meloni presenta il programma di Governo: misure e riforme in arrivo
Giorgia Meloni in Parlamento illustra il programma di Governo: prime misure in Manovra, nuova pace fiscale, a seguire flat tax e riforma delle pensioni.
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Nel discorso programmatico alla Camera del 25 ottobre, per incassare la fiducia delle Camere, Giorgia Meloni ha illustrato i piani di Governo anticipandone linee di indirizzo e politiche economiche, tracciando i primi interventi in Legge di Bilancio e le prossime riforme.
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La Manovra Economica 2023 servirà in primo luogo ad affrontare le emergenze energetiche, sul tema pensioni ci sono i margini per la proroga degli attuali strumenti di flessibilità in uscita (ma ancora niente riforma strutturale), mentre sul fronte fiscale potrebbero esserci misure più immediate, a partire dalla flat tax a 100mila euro, ma probabilmente successive alla Legge di Bilancio.
Tra le misure elettorali più attese, e confermate dalla Premier, sembra delinearsi una nuova pace fiscale per cittadini e imprese (potrebbe essere una nuova rottamazione in vista) e la riforma del Reddito di Cittadinanza (che escluderebbe i contribuenti abili al lavoro).
E poi ancora, in molti casi già in Legge di Bilancio: proroga degli sconti in bolletta e dell’IVA ridotta sui carburanti, taglio del cuneo fiscale (nel tempo di almeno cinque punti) e detassazione dei premi di produttività, aumento della soglia dei fringe benefit, assunzioni agevolate per le imprese, agevolazioni per la regolarizzazione fiscale delle Pmi.
Il profilo del nuovo Governo
La vera cifra del primo vero discorso politico di Giorgia Meloni da premier è stata un’altra: il suo, sarà un Governo di destra, democratico, con politiche economiche di stampo liberale. Altri temi forti: le donne, i giovani e il Sud. Sul fronte internazionale: il ruolo da protagonista in Europa, da paese fondatore. Nel lungo discorso lungo pronunciato, le parole più ricorrenti sono state democrazia e libertà. Gli applausi più vigorosi dell’Aula sono andati al concetto di Patria ella citazione del Papa.
Fra le metafore forti, la nave senza nocchiero in gran tempesta del sesto canto del Purgatorio di Dante Alighieri. L’Italia, però, pur avendo subito diversi danni, «resta la nave più bella del mondo».
Meloni appare consapevole del ruolo e soprattutto delle difficoltà cui va incontro. Ma insiste sul forte mandato elettorale ricevuto, in un Paese che da decenni ha «governi che durano mediamente due anni», e sulla volontà di portare avanti il programma elettorale. Non a caso, la riforma delineata con maggior precisione è stata l’elezione diretta del presidente della Repubblica.
Per quanto riguarda le ricette economiche i temi toccati sono molti, in alcuni casi ci sono anche indicazioni specifiche. Per il resto, una sorta di riproposizione dei temi presentati nel programma elettorale, sia per quanto riguarda il panorama italiano sia quello internazionale. Sul fronte europeo, Meloni rimarca la continuità con la linea Draghi per quanto riguarda le politiche energetiche ma anche sulla necessità di rivedere il Patto di Stabilità.
Primi provvedimenti da adottare
La prima indicazioni riguarda i provvedimenti che il Governo intende adottare da subito. «Continueremo a sostenere famiglie e imprese», contro il caro bollette e carburanti «rinviando altri provvedimenti che avremmo dovuto fare in manovra». In vista, quindi, nuovo Decreto Bollette.
Sulla Legge di Bilancio, «siamo già al lavoro»: ci saranno misure volte ad accrescere il reddito delle famiglie, come il potenziamento dei premi produttività, l’innalzamento della soglia di esenzione dei fringe benefit, il potenziamento del welfare aziendale, estensione dell’applicazione dell’IVA ridotta al 5%.
Strategie per la crescita economica
Il tutto, in un contesto economico difficile (inflazione alta, crescita 2023 rivista al ribasso, stretta monetaria della BCE che impatta su mutui e prestiti), per affrontare il quale la strada indicata è la crescita.
Molti i riferimenti alla necessità di maggiori autonomie locali ma soprattutto all’eccesso di burocrazia in Italia, che frena le imprese italiane e scoraggia gli investitori esteri. Da qui la necessità di prevedere “meno regole ma più chiare per tutti”.
Per agganciare la crescita sfruttando il primo traino, che è quello del PNRR, il nuovo Governo cercherà di garantire maggiore semplificazione e la garanzia del rispetto delle tempistiche per le scadenze future (finora sono state per lo più rendicontate opere avviate in passato, da ora in poi non si potrà fare, spiega Meloni). Non da ultimo, provando a concordare con la Commissione UE una revisione della calendarizzazione in atto, per tenere conto dei rincari delle materie prime.
Le riforme in attesa
Al fisco Meloni ha dedicato un capitolo meno breve, anche se non ci sono indicazioni sulle tempistiche. I punti del programma: ridurre le tasse a imprese e famiglie; flat tax fino a 100mila euro e, più nel lungo periodo, prevedere un meccanismo per cui la tassa piatta si applichi all’incremento di reddito; tregua fiscale; lotta all’evasione; riduzione del cuneo fiscale e contributivo, intervenendo gradualmente per arrivare a un taglio di cinque punti a favore di imprese e lavoratori; un meccanismo fiscale più favorevole per le attività ad alta densità di lavoro (il “più assumi e meno paghi” già inserito nel programma elettorale).
Meloni cita un nuovo Patto fiscale fondato su tre pilastri: meno pressione fiscale per famiglie e imprese e introduzione della flat tax, regolarizzazione agevolata col Fisco soprattutto per le PMI, lotta all’evasione per i grandi evasori modificando i criteri valutazione Agenzia Entrate, ancorati agli importi incassati e non alle contestazioni.
La riforma pensioni non appare invece fra le priorità immediate, appena citata da Meloni in relazioni alle misure di proroga degli strumenti di flessibilità in uscita. Per il futuro, invece, le priorità saranno le pensioni dei giovani e il potenziamento del sistema contributivo.
Altri elementi del programma
Oltre al sostegno all’innovazione tecnologica ed alle tutele per il lavoro autonomo, si cita la riforma del Reddito di Cittadinanza (strumento definito “assistenzialista”).
Si punta poi a colmare il divario fra formazione e competenze, motivo per cui il ministero dell’Istruzione è diventato anche “del merito”: «chi vive in famiglie agiate ha più possibilità di terminare gli studi, gli studenti con minori risorse fanno più fatica», spiega Meloni. C’è l’obiettivo di investire nella scuola, partendo dalla considerazione che l’istruzione «è il più formidabile strumento per la ricchezza della Nazione».
Sui giovani Meloni insiste molto, così come sulle donne («dobbiamo rompere il pesante tetto di cristallo che sta sulle nostre teste»). Qui si inserisce il piano per la famiglia: non parla di toccare i diritti civili, ma di aumentare l’assegno unico e gli aiuti alle giovani coppie per trovare casa, di stimolare gli incentivi all’occupazione femminile e alla conciliazione dei tempi casa lavoro, di incentivare gli asili nido gratuiti e aperti fino all’orario di chiusura di negozi e uffici.
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